“Se pensano di trovare un signor sì, hanno sbagliato. Dirò sempre come la penso. Ma sarò sempre leale. E lo dico anche ai 5 Stelle: la nostra coalizione è aperta a loro, prima o dopo le elezioni”. E soprattutto: “Siamo in campo. La mia candidatura è stata scelta alle primarie”. Michele Emiliano non si scompone ma spiega dopo l’annuncio della candidatura di Ivan Scalfarotto, che lo ha definito un “populista” come la destra e il M5s.

Una scelta, quella fatta da Italia Viva con Azione e Più Europa, che ad avviso degli uomini più vicini al governatore pugliese rischia di “aprire le porte” ai sovranisti alle elezioni regionali. “Ma davvero qualcuno pensa che la Puglia si meriti di tornare indietro di quindici anni? Io, noi, non lo possiamo permettere”, risponde il governatore in un’intervista a La Repubblica.

“Siamo in campo. La mia candidatura è stata decisa dalle primarie. Non, come sta facendo il centrodestra, con un caminetto di tre persone”, ricorda Emiliano puntualizzando la natura della scelta del Pd e come invece è nata la decisione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia di ricandidare l’ex governatore Raffaele Fitto.

Di fronte alla possibilità che lo strappo di Italia Viva possa favorire il centrodestra, Emiliano avvisa: “La Puglia non può tornare indietro. Non può accadere perché troppe cose sono accadute: quando io e Nichi Vendola vincemmo al comune di Bari e alla Regione – ricorda – io ero procuratore antimafia e lui in commissione parlamentare. Questa era una terra infelice, con governanti afoni davanti ai fenomeni criminali. Io e Vendola non abbiamo avuto paura di pronunciare quelle parole”.

E afferma: “Abbiamo mandato via la criminalità dalla pubblica amministrazione, spiegato e dimostrato coma la cultura, intesa come promozione del territorio, sia sinonimo di progresso, sviluppo e libertà. Davvero vogliamo abbandonare questa strada?”, si chiede. E ribatte a Scalfarotto che aveva definito per nulla di sinistra le politiche del quinquennio di Emiliano: “Abbiamo sbloccato le assunzioni della sanità che, 15 anni fa, Fitto aveva bloccato. Il sistema sanitario pugliese era il penultimo in Italia per i Livelli essenziali di assistenza. Ora siamo decimi. E la risposta che i nostri ospedali pubblici, i nostri medici, hanno saputo dare nell’emergenza Covid è stata fantastica”.

“Abbiamo anticipato il governo sul reddito di cittadinanza, introducendo il reddito di dignità. Prima del Covid l’economia pugliese è costantemente cresciuta. Abbiamo approvato una legge sulle lobby. Sanità pubblica, legalità, trasparenza. Il mio è il governo più di sinistra d’Italia”, aggiunge.

Su Tap ribadisce che “l’approdo dovesse essere diverso” e ammette: “Ho fatto la mia battaglia politica, l’ho persa”. Per Ilva, invece, “ho sempre pensato che la strada giusta fosse la decarbonizzazione: l’Ue e il governo Conte oggi hanno la mia stessa linea”, puntualizza. Su Xylella, terzo punto sul quale era stato attaccato da Scalfarotto, “quando sono arrivato, l’ho trovata alle porte della provincia di Bari. E lì è rimasta. Mentre ristoreremo, come meritano, gli agricoltori salentini”.

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