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Paolo Massari, il giudice convalida l’arresto dopo l’interrogatorio di garanzia. Al gip ha parlato di rapporto consensuale

La donna è stata trovata sanguinante e seminuda in strada e soccorsa sabato sera. Gli uomini della Volante 'hanno soccorsa ed è stata portata alla clinica Mangiagalli, dove i medici hanno accertato la violenza subita
Paolo Massari, il giudice convalida l’arresto dopo l’interrogatorio di garanzia. Al gip ha parlato di rapporto consensuale
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Al giudice per le indagini preliminari di Milano, Lidia Castellucci, Paolo Massari, giornalista ed ex assessore, ha raccontato che nella notte tra sabato e domenica tra lui e la donna, una ex compagna di scuola trovata terrorizzata e seminuda in strada sabato sera, ci sarebbe stato un rapporto consensuale. La versione dell’uomo, che dovette lasciare l’incarico politico proprio per la segnalazione di molestia da parte di una donna, però non ha convinto il giudice che subito dopo ha convalidato il suo arresto per violenza sessuale. Agli atti il giudice ha tutti gli elementi raccolti dagli investigatori coordinati dal pm Donata Costa che aveva chiesto che l’uomo restasse in carcere.

La vittima, 56 anni, imprenditrice, aveva accettato l’invito da parte del 54enne amico giornalista. Dopo un aperitivo, e con la prospettiva di andare a ristorante, Massari le avrebbe proposto di passare da casa per lasciare lo scooter e i caschi nel box e prendere l’auto. Una volta nel garage la donna è stata aggredita. Dopo lo stupro è riuscita a fuggire ed è stata soccorsa attorno alle 21.45 dalle volanti mentre con i vestiti strappati in strada, in via Nino Bixio, chiedeva disperatamente aiuto. La donna è stata quindi portata sanguinante alla clinica Mangiagalli, dove i medici hanno accertato la violenza subita. Diversi testimoni l’hanno vista correre e urlare in strada. Massari è stato portato nel carcere di San Vittore e ieri Mediaset lo “sospeso cautelativamente dal lavoro e dalla retribuzione in attesa degli sviluppi legali”. Nel 2010 quando era esponente della giunta Moratti con delega all’Ambiente si era dovuto dimettere da assessore dopo due lettere all’allora sindaco Letizia Moratti nelle quali una impiegata e una funzionaria del Consolato norvegese affermavano di essere stata pesantemente molestata.

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