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Coronavirus, il monitoraggio Iss-ministero conferma la tendenza: “Bassa criticità, ma in alcune aree circolazione è ancora rilevante”

Nel report, riferito al periodo 1-7 giugno, si legge che "si osserva una generale diminuzione nel numero di casi ed una assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali", ma si invita comunque alla "cautela" perché "in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante" e in tutta la Penisola "l'epidemia non è conclusa". Rezza: "Rt sotto l'1 in tutte le regioni"
Coronavirus, il monitoraggio Iss-ministero conferma la tendenza: “Bassa criticità, ma in alcune aree circolazione è ancora rilevante”
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Il quadro generale è di “bassa criticità” ma “persistono in alcune realtà regionali un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevato”. L’ultimo report del monitoraggio Iss-ministero della Salute, relativo al periodo 1-7 giugno, indica una situazione di generale diminuzione della diffusione del contagio ma invita comunque alla cautela. “Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-Cov-2 in Italia rimane a bassa criticità – si legge nella relazione – Si osserva una generale diminuzione nel numero di casi ed una assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”.

Ma l’Istituto superiore di Sanità e il ministero guidato da Roberto Speranza avvertono e ribadiscono, come già era avvenuto della scorsa settimana: “Persistono, in alcune realtà regionali, un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevato, seppur in diminuzione”. Un aspetto che “deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante”.

La relazione riporta una analisi dei dati relativi al periodo successivo alla seconda fase di riapertura avvenuta il 18 maggio 2020: “Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questo e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero tra la prima e la seconda fase di riapertura”, ovvero tra l’11 e il 25 maggio 2020. Il valore Rt è “al di sotto 1 in tutte le aree del Paese”, ma “naturalmente il virus continua circolare, anche se con bassa intensità per cui non si può escludere l’occorrenza di possibili focolai”, ha spiegato Gianni Rezza.

“In quasi tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio – segnalano Iss e ministero – Tale riscontro, che in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, evidenzia tuttavia come l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa”. È quindi ritenuto “essenziale” mantenere “elevata l’attenzione” e continuare a “rafforzare le attività di testing-tracing-tracking in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia”.

“Le misure di lockdown in Italia – si legge – hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da Sars-CoV-2 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/Province autonome”. Permangono tuttavia, ad avviso degli esperti, “segnali di trasmissione con nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio e con possibile insorgenza di focolai”.

La situazione viene definita “ancora epidemiologicamente fluida” che “richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione – si sottolinea – quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”. È necessario, scrivono Iss e ministero della Salute, “mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali per continuare a favorire la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva e accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche”.

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