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Padova, l’azienda ospedaliera “trincea anti-Covid” è ultima nella classifica della sanità veneta. Il direttore: “Pronto ad andarmene”

Il giudizio - contenuto in una delibera del 19 maggio - si riferisce al 2018, ma il fatto che sia stato adottato e diffuso in questi giorni ha suscitato molte polemiche. In cima alla classifica Belluno e Venezia. Zaia: "C'è un problema nei parametri ma non ingigantiamolo"
Padova, l’azienda ospedaliera “trincea anti-Covid” è ultima nella classifica della sanità veneta. Il direttore: “Pronto ad andarmene”
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Croce e delizia del Veneto, sulla sanità si apre per il governatore Luca Zaia un nuovo fronte di polemiche. Prima il braccio di ferro con il professor Andrea Crisanti, il “padre dei tamponi”, adesso una pagella velenosa. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova ha ricevuto, come tutti i suoi colleghi delle strutture venete, la valutazione sull’operato della struttura, parametrata alla qualità del servizio prestato e al rispetto delle linee indicate dalla Regione Veneto. L’Azienda euganea rimedia l’ultimo posto, proprio mentre in questi tre mesi ha costituito una delle principali trincee di resistenza al Covid-19, affrontando il caso di Vo’ Euganeo, il paese sui Colli diventato uno dei primi focolai e rimasto chiuso per giorni, con un’indagine epidemiologica a tappeto. È vero che il giudizio si riferisce al 2018, ma il fatto che sia stato adottato e diffuso in questi giorni ha suscitato una reazione molto violenta da parte del direttore generale padovano, Luciano Flor: “Sono criteri che non tengono conto dei risultati. Questo è un avviso di sfratto. Sono pronto ad andarmene subito” ha dichiarato al Mattino di Padova.

In Italia, e anche nel mondo, Padova è stata valutata come un’eccellenza anti-coronavirus. Eppure è la peggiore struttura sanitaria del Veneto. Il giudizio è contenuto in una delibera del 19 maggio scorso e tiene conto dei “livelli essenziali di assistenza” (Lea) forniti all’interno della cornice dei vincoli di bilancio indicati dalla programmazione sanitaria. È una pagella stilata dalla Giunta (che incide sul 60 per cento del giudizio), ma che tiene conto anche della valutazione delle Conferenze dei Sindaci e della Commissione del consiglio regionale che si occupa di sanità (ciascuna incide per il 20 per cento del totale). Ma nel caso delle Aziende ospedaliere, che non hanno il giudizio dei sindaci, il voto della giunta regionale incide per l’80 per cento.

Le soglie dei livelli di assistenza sono state raggiunte? I parametri di spesa sono stati rispettati? La risposta indica che Padova e Verona sono agli ultimi posti, con una sufficienza raggiunta a fatica. Al primo posto, invece, l’Uls 1 Dolomiti di Belluno, quasi a punteggio pieno (95,13 su 100), seguita da Venezia con 94,28, da Azienda Zero (il braccio operativo della Regione che gestisce acquisti e appalti) con 92,67 e da Treviso con 91,5 punti. L’Azienda ospedaliera padovana è a 74,51 punti, poco sopra la sufficienza fissata a quota 70.

Zaia ogni volta che sente montare la polemica cerca di smorzarla (a parte il caso Crisanti). Infatti, spiega: “Nessuno mette in discussione che l’azienda ospedaliera di Padova stia lavorando bene. Da qui a montarci un caso lo trovo offensivo, c’è un problema nei parametri, ma non ingigantiamo il problema. Flor l’ho scelto io e quindi non voglio che se ne vada e se deciderà di farlo è una sua scelta e ci dica il perché”. Ha confermato che il premio al direttore generale è comunque scattato: “Lo stipendio è di 154mila euro l’anno e il premio è del 20 per cento dello stipendio, quindi al massimo 30mila euro”.

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