I contagi si moltiplicavano, i morti pure e la Toscana era a corto di terapie intensive e ventilatori polmonari. Così a metà marzo la Regione, tramite l’Estar (la centrale acquisti regionale), decide di procurarsi 200 ventilatori destinati alla centrale Cross del 118 di Pistoia spendendo 7 milioni di euro versati a un’azienda milanese che farà da intermediaria con la Cina. Problema: quei ventilatori non sono mai arrivati e secondo la Procura di Firenze l’acquisto sarebbe avvenuto senza una delibera ufficiale.

Per questo è stata aperta un’indagine che riguarda tre persone: il direttore generale di Estar Monica Piovi e il direttore dell’area attrezzature informatiche e sanitarie Marta Bravi sono accusate di falso ideologico, mentre il titolare della Assoservizi di Milano, Giovanni Mondelli, di inadempimento di pubbliche forniture. “Non sono stati commessi illeciti – ha detto Monica Piovi al Corriere Fiorentino – avrò modo di chiarire tutto in Procura. Sono tranquilla sull’operato di Estar”.

L’acquisto con procedura di emergenza – Tutto sarebbe iniziato a metà marzo, quando la Regione Toscana, nel pieno dell’emergenza sanitaria, sta cercando ventilatori e provando ad aumentare i posti letto di rianimazione. È un momento in cui i ventilatori scarseggiano e il bisogno è immediato. La Regione così decide di avviare una trattativa privata con la Assoservizi, società specializzata nel commercio di prodotti su internet, in grado di mettere a disposizione 200 ventilatori polmonari facendo da intermediaria per recuperare i macchinari dalla Cina. Così, è la ricostruzione dei pm, il 23 marzo dall’Estar arriva il pagamento in un’unica soluzione per 7 milioni e 164mila euro (5,8 milioni più Iva) con un piccolo intoppo: il primo tentativo di pagamento del 20 marzo va a vuoto per un errore nella comunicazione dell’Iban. I macchinari sono attesi per il 27 marzo ma non arriveranno mai.

I ventilatori mai arrivati e la determina del 30 marzo – L’inchiesta del procuratore aggiunto Luca Turco parte proprio dalla delibera 137 del 30 marzo firmata dal direttore generale Monica Piovi sull’aggiudicazione dei 200 ventilatori polmonari per l’emergenza Covid. Nell’avviso di garanzia i pm fiorentini contestano a Piovi il reato di falso ideologico perché “attestava falsamente l’aggiudicazione della fornitura alla srl Assoservizi mentre, in realtà, l’acquisto dei macchinari era già avvenuto in data 20/03/2020, in assenza di delibera, con pagamento anticipato dell’intera fornitura effettuato nelle date del 20-23/2020, senza operare alcun controllo sulla società fornitrice”.

La gara ristretta – Nel frattempo l’Estar avrebbe indetto un’altra gara ristretta a procedura negoziata per l’acquisto di ulteriori ventilatori risalente al 19 marzo: per quel bando arrivano diverse offerte, una delle quali sarebbe giudicata idonea. Secondo i pm però, la dirigente Marta Bravi avrebbe fermato tutto con la determinazione 462 del 30 marzo in cui scrive di aver ricevuto comunicazione dal referente tecnico “che le macchine non sono più necessaria in quanto la Protezione Civile ha comunicato l’arrivo di quantitativi sufficienti a coprire il fabbisogno regionale necessario e pertanto non si procede alla aggiudicazione del lotto”. Ma secondo gli investigatori, la “reale ragione della non aggiudicazione” era l’acquisto già fatto in precedenza da Assoservizi, sebbene i ventilatori non siano mai arrivati. Questo, continuano i pm, perché “le forniture della Protezione Civile risultavano del tutto inadeguate” così “occultando l’acquisto dei macchinari dalla srl Assoservizi in assenza di delibera”. Per questo motivo anche la dirigente Bravi è accusata di falso ideologico.

@salvini_giacomo

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