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Ue, “gli spread si sono allargati”: la Bce pronta a potenziare gli acquisti di titoli di Stato

Dai verbali dell'ultimo Consiglio direttivo del 30 aprile emerge la volontà dell'Eurotower di "aggiustare il Pepp", il quantitative easing anti-pandemia, "se ritenesse insufficienti le misure di stimolo monetario finora messe in campo". Gli spread a fine aprile erano tornati ai livelli osservati prima dell'annuncio del Pepp. Il prossimo consiglio di politica monetaria è in agenda il 4 giugno
Ue, “gli spread si sono allargati”: la Bce pronta a potenziare gli acquisti di titoli di Stato
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Il Consiglio direttivo è pienamente disposto ad aumentare le dimensioni del Pepp, il nuovo programma di acquisto di titoli di Stato da 750 miliardi di euro lanciato per rispondere all’emergenza coronavirus, per quanto necessario e per tutto il tempo necessario. Così si legge nei verbali della Bce, pubblicati oggi e relativi alla riunione di politica monetaria del 30 aprile scorso. “Il consiglio agirebbe comunque sulla base dei dati e delle informazioni disponibili per la data del prossimo consiglio nel mese di giugno. Lo farebbe qualora ritenesse insufficienti le misure di stimolo monetario finora messe in campo”, è scritto nella trascrizione della riunione. Il prossimo consiglio di politica monetaria Bce è in agenda il 4 giugno.

Il quantitative easing anti-pandemia varato dalla Bce, il Pepp, “dopo gli effetti iniziali legati al suo annuncio, si è affermato come un importante elemento di stabilità per i mercati obbligazionari dell’area dell’euro”, scrive nella sua analisi Isabel Schnabel, membro tedesco del Comitato esecutivo dell’Eurotower. Però, nonostante “il Pepp abbia contribuito ad allentare le condizioni finanziarie, le preoccupazioni sulle prospettive della redditività delle imprese hanno fatto sì che le condizioni finanziarie per le imprese e per le banche siano rimaste più rigide rispetto a prima dello scoppio della pandemia di coronavirus”.

Già il 30 aprile scorso il Consiglio direttivo ha discusso del fatto che gran parte degli spread dell’Eurozona si sono allargati rispetto al Bund tedesco e a fine aprile “in alcune giurisdizioni gli spread erano tornati temporaneamente, o avevano persino superato i livelli osservati prima dell’annuncio del programma di emergenza pandemica”. Le stime messe a punto dallo staff della Bce per l’impatto economico della pandemia sull’Eurozona indicano “che anche una profonda recessione di circa il 5% nel 2020 appare ora un esito favorevole, con scenari più gravi che indicano una contrazione fino al 12% del Pil”. Per questi motivi, il Consiglio direttivo “dovrà essere pronto ad aggiustare il Pepp e potenzialmente altri strumenti” alla riunione d’inizio giugno, se vedrà che le dimensioni dello stimolo sono inferiore a quanto necessario.

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