L’Alto Adige preme sull’acceleratore per le ripartenze delle Fase 2 dell’emergenza coronavirus e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia interviene impugnando il provvedimento, come già era successo nei confronti della riapertura dei bar in Calabria. Mentre anche dentro la maggioranza, fronte Pd, c’è chi spinge per abbreviare i tempi e permettere la riapertura di tutti gli esercizi commerciali da lunedì 18 perché, dice il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, attendere l’1 giugno sarebbe un “errore fatale”.

L’accelerazione dell’Alto Adige – Intanto il Sud Tirolo si porta avanti con una legge approvata nella notte dal Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano con 28 sì, 6 astensioni e un voto contrario, l’Alto Adige ha dato il via libera alla riapertura da oggi, 8 maggio, di negozi, attività produttive, industriali e commerciali; poi dall’11 maggio parrucchieri, estetisti bar e ristoranti, oltre alle attività artistiche e culturali compresi musei, biblioteche e centri giovani. Dal 25 maggio le strutture ricettive e gli impianti a fune, mentre gli asili dal 18 maggio. “La nuova legge provinciale per la ripartenza delle attività in Alto Adige è in vigore. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla sua nascita. Uno sforzo collettivo che ha creato una base solida per una Fase 2 basata sulla cautela e sulle esigenze dell’Alto Adige”, è stato l’annuncio del governatore Arno Kompatscher. “Libertà equivale a responsabilità. Questa responsabilità è da intendersi sia a titolo personale, che nei confronti di tutta la società – ha continuato – Se questa sarà una ripartenza o il preludio a una seconda ondata di contagio, dipenderà dalle azioni quotidiane di ciascuno di noi”.

Boccia: “Inevitabile impugnare ordinanza” – Così Roma ha preso posizione. Una decisione “inevitabile” quella del governo, che riguarda in particolare alcune attività commerciali per le quali ancora non sono stati stabiliti dei protocolli di sicurezza nazionali. Boccia ha sottolineato che “è evidente che il governo approva l’idea del riavvio graduale delle attività economiche, ma ritiene che l’autonomia, sempre rigorosamente rispettata, debba esercitarsi sempre nell’ambito del rispetto dei valori universali garantiti dalla Costituzione, primo fra tutti quello alla salute”. Quindi, dal momento che l’Alto Adige “ha deciso di aprire ugualmente alcune attività commerciali pur in assenza delle linee guida sul lavoro che sono in corso di elaborazione in questi giorni dal comitato tecnico scientifico su proposta dell’Inail e alle quali tutti i presidenti di Regione, anche nella conferenza Stato Regioni di ieri, hanno dichiarato di attenersi, il governo non può fare altro che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro”, ha spiegato il ministro per gli Affari regionali. “Pochi giorni di attesa non possono giustificare un rischio sulla salute pubblica, tutti vogliamo ripartire, ma in sicurezza; le riaperture senza le indicazioni cts-inail risultano improvvide”, ha sottolineato Boccia confermando comunque l’orientamento del governo a procedere dal 18 maggio ad aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni che perverranno dal ministero della Salute.

Marcucci (Pd): “Riaprire tutto dal 18 dove si può” – Ma dentro la maggioranza è il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, a chiedere un doppio passo in avanti già da lunedì 18: “Insisto sul tema, a pochi giorni dalla decisione, ha completamente ragione il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Dal 18 maggio bisogna riaprire tutte le attività commerciali in tutti i territori che avranno dati epidemiologici rassicuranti”, scrive in un post su Facebook. “Insistere sul 1 giugno in tutta Italia sarebbe un errore che rischia di essere letale per tanti operatori”, aggiunge puntualizzando che i governatori “devono avere autonomia decisionale sulla base della curva dei contagi” che “appare ad ora significativamente migliorata e sotto controllo in molte regioni italiani”. Da parte sua il governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher aveva spiegato che, dopo aver affrontato la prima fase dell’emergenza coronavirus in modo unitario con tutto il territorio nazionale, ora “la Provincia vuole affrontare questa Fase 2 all’insegna dell’applicazione della nostra autonomia. La crisi – ha aggiunto Kompatscher – è stata una grande sfida per tante categorie, dalle famiglie alle imprese, e le prossime settimane saranno comunque difficili. La legge forse delude alcune aspettative, ma è stato giusto proseguire insieme su questa strada”.

Fedriga: “Lunedì ripartiamo” – Ma anche il vicino Friuli Venezia Giulia accelera sulla ripartenza: il governatore Massimiliano Fedriga ha annunciato oggi che da lunedì 11 maggio riapriranno le attività di commercio al dettaglio sul territorio regionale. Una richiesta che aveva avanzato ieri alla Conferenza delle Regioni, che ha unanimemente convenuto su questa necessità e sull’istanza che dal 18 maggio sia data possibilità alle Regioni di disporre delle restanti aperture con proprie ordinanze. “Lunedì ripartiamo, ma non proprio con tutto. Abbiamo fatto una proposta molto responsabile: abbiamo detto, partiamo lunedì con il commercio al dettaglio e dal 18 con le attività mancanti”, ha spiegato Fedriga, ospite di 24 Mattino su Radio 24. “Ricordo che il commercio al dettaglio è già aperto – ha aggiunto il governatore – le regole che il governo ha giustamente messo per i negozi di abbigliamento per bambini e per le librerie possono valere anche per gli altri, così permettiamo lunedì di ripartire a quegli imprenditori che sono pronti a garantire la sicurezza”. Oltre all’anticipo dell’apertura per il commercio al dettaglio e la possibilità, con proprie ordinanze, di disporre le ulteriori aperture dal 18 maggio, Fedriga ha ribadito la necessità che dal Governo giunga una puntuale programmazione: “Non abbiamo certezza sull’evoluzione di un possibile aumento contagi, ma questo – ha proseguito Fedriga – non sarà certo determinato dall’apertura del negozio di borsette: temo molto di più il possibile mancato rispetto delle regole di distanziamento, laddove ci sono migliaia di lavoratori gomito a gomito. Gli esercenti sono pronti, hanno già i protocolli di comportamento siglati dalle sigle di categoria e si sono attrezzati per garantire la massima sicurezza“.

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