Le ordinanze regionali devono essere “coerenti” con il Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. È questa la condizione che il ministro Francesco Boccia ha posto alle Regioni per evitare la diffida, già inviata alla Regione Calabria dopo l’ultimo provvedimento della governatrice Jole Santelli che ha disposto l’apertura di bar e ristoranti. “Io non ritiro la mia ordinanza”, ha replicato la presidente. Che al Fatto Quotidiano ha rivelato di voler anche blindare i confini regionali. Il suo provvedimento è stato però sconfessato dai medici calabresi e perfino da Raffaele Bruno, direttore del reparto Malattie Infettive del San Matteo di Pavia che la stessa Santelli ha nominato nella sua task force: “Non sono stato interpellato, l’avrei vivamente sconsigliata“.

“La Calabria è il classico caso di una cosa fatta contro una misura nazionale chiara”, risponde il ministro Boccia, durante la registrazione della puntata di ‘Accordi e Disaccordi‘ in onda sul Nove stasera alle 22.45. “Il governo ha detto che bar, ristoranti, parrucchieri hanno bisogno di linee guida e hanno bisogno di una valutazione ulteriore che faremo dal 4 al 17 maggio – ha spiegato Boccia durante il talk condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi – Cosa succede se un bar apre e poi si ammala un lavoratore, uno chef, un cameriere?”, ha concluso il ministro.

Intanto dall’Emilia-Romagna alla Sicilia, dalla Campania alla Lombardia, arrivano nuove ordinanze regionali con regole e obblighi per regolare la Fase 2, al via dal 4 maggio. De Luca e Fontana insistono sull’obbligo delle mascherine (sui mezzi di trasporto lombardi serviranno anche i guanti), in vigore anche in Emilia-Romagna da lunedì. Bonaccini allarga le maglie sugli allenamenti individuali per gli sport di squadra, ma tiene chiuse le spiagge. Musumeci consente gli spostamenti nelle seconde case, solo se definitivi. Il tentativo è quello di rimanere all’interno degli “orientamenti” fissati dal dpcm, come chiesto da Boccia, per evitare lo scontro con Roma. “Tutte le altre ordinanze delle Regioni sono coerenti con gli orientamenti del governo“, aveva dichiarato giovedì sera il ministro.

Il governatore leghista Luca Zaia preme per nuove concessioni e spiega che “il Veneto può aprire tutto. Ovviamente su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico“. Secondo il presidente veneto “la direzione, sentendo i vari colleghi, andrà verso la riapertura differenziata tra le regioni”. Riapertura differenziata che il governo ha previsto a partire dal 18 maggio, seguendo una classificazione aggiornata del rischio per ciascuna Regione. La prima tappa è stata fissata per l’11 maggio, quando comincerà il monitoraggio dell’indice di contagio R0 Regione per Regione. Le nuove regole, sia nazionali che differenziate per territorio, arriveranno sulla base di questo indicatore. Solo quando il valore arriverà a essere pari a 0,2, spiega il Corriere della Sera, saranno possibili anche gli spostamenti fra Regioni. Niente vacanze e ripresa del turismo, quindi, fino a quando 10 persone positive ne contageranno solo altre due. In pratica, quando i casi saranno diventati pochi e isolati. Una soglia di garanzia anche per i governatori del Sud, che continuano a minacciare la chiusura dei confini.

Calabria: rivolta dei medici contro l’ordinanza – Intanto, dopo la ribellione dei sindaci che hanno di fatto trasformato in lettera morta l’ordinanza della governatrice, sono gli stessi medici calabresi a rivoltarsi contro l’ordinanza firmata da Santelli. L’infettivologo Raffaele Bruno, esperto nominato nella task force regionale, spiega a Cosenza channel: “La presidente non mi ha interpellato, ho appreso questa cosa dai giornali. Come medico, l’avrei vivamente sconsigliata“. Repubblica.it riporta anche lo sfogo dei camici bianchi calabresi che definiscono l’ordinanza “un indiscriminato via libera per tutti, che potrebbe avere conseguenze negative, che nessuno vuole e che vanificherebbe i sacrifici finora compiuti con enorme senso civico dai calabresi”. “Non è in ballo il consenso, ma il primo bene per ogni essere umano: la vita e la salute”, avvertono i medici.

Emilia-Romagna: allenamenti individuali anche per sport di squadra – Nuove ordinanze arrivano anche da altre Regioni, che però provano a restare nei paletti fissati da Roma, ma comunque fissando obblighi e regole ad hoc. In Emilia-Romagna, ad esempio, l’ordinanza firmata giovedì sera dal presidente Stefano Bonaccini equipara gli atleti delle discipline individuali a quelli che praticano sport di squadra, consentendo così ai di calciatori di Spal, Bologna, Parma e Sassuolo, da lunedì, di tornare nei rispettivi centri sportivi per allenarsi, sia pure individualmente. Le sedute dovranno svolgersi “nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse”.

Per il resto l’ordinanza di Bonaccini resta poco permissiva: in Emilia-Romagna da lunedì 4 maggio saranno obbligatorie le mascherine nei locali aperti al pubblico e nei luoghi all’aperto, dove non sia possibile mantenere il distanziamento di un metro. La misura – spiega la Regione in una nota – stabilisce la riapertura di parchi e giardini pubblici, ma i sindaci potranno disporre la chiusura di aree in cui non sia possibile garantire il rispetto del divieto di assembramento o delle distanze di sicurezza di un metro. Confermato il divieto di accesso a spiagge e arenili sia in concessione che liberi, compresa la battigia. Nel documento è prevista invece la possibilità di raggiungere le seconde case per attività di manutenzione e di praticare allenamento e attività motoria e sportiva all’aperto, solo in forma individuale.

Sicilia: ok a spostamenti nelle seconde case – Avviata la “graduale riapertura” anche nella Regione Sicilia: l’ordinanza, firmata oggi da Nello Musumeci e in vigore dal 4 al 17 maggio. Permesso alle famiglie di potersi trasferire nelle seconde case, a patto che non facciano la spola con la principale abitazione, ma vi rimangano per la stagione. Disco verde anche per l’asporto a ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar e pub, con il divieto di consumare nei locali e nelle adiacenze. Si può anche accedere al cimitero e acquistare fiori. Novità pure per le società sportive autorizzate a iniziare attività amatoriali di corsa, tennis, pesca, ciclismo, vela, golf ed equitazione. Rimangono congelate le limitazioni all’accesso nell’Isola almeno fino al 17 maggio. In quella data Musumeci spera anche di strappare al premier Conte il permesso di riaprire a parrucchieri per uomo e per donna.

Campania: obbligo mascherine fuori casa – “La fase 2 in Campania è già cominciata, anche se non molti a livello nazionale se ne sono già accorti”, rivendica anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il quale ha anche sottolineato che, a livello nazionale, “è ripreso in grande stile il litigio e l’accapigliamento”. “Per noi in Campania – ha evidenziato de Luca – la ‘fase due’ significa cose chiare ma anche cose straordinarie”. “Lavoreremo come anche il governo nazionale sta facendo, con verifiche ogni 14 giorni per capire se ci sono state conseguenze rispetto alle decisioni prese (flessibilità, riaperture e mobilità). Se riemerge il contagio dobbiamo avere la capacità di intervenire subito“, ha spiegato il governatore su Fb. La sua priorità sono le mascherine: “Dobbiamo essere rigorosi sull’obbligo di indossare mascherine fuori casa e se è possibile rispettare il distanziamento sociale”. “E noi saremo rigorosissimi con un’altra ordinanza: c’è obbligo di indossare mascherina altrimenti ci sono le sanzioni“, ha annunciato De Luca.

Lombardia: servono anche guanti sui mezzi pubblici – In Lombardia il presidente Attilio Fontana ha firmato ben due nuove ordinanze (la n.537 e la n.538) che stabiliscono specifiche indicazioni per la ‘fase 2’ del coronavirus e per il trasporto pubblico locale valide dal 4 maggio. È confermato anche in Lombardia l’obbligo dell’uso delle mascherine o di altri indumenti utili a coprire naso e bocca e vengono emanate disposizioni specifiche per i mercati all’aperto e per il commercio al dettaglio. La seconda ordinanza, relativa al trasporto pubblico locale, prevede alcune indicazioni. A bordo dei mezzi di trasporto pubblico è obbligatorio l’utilizzo di guanti e mascherine. È cura del passeggero procurarsi guanti e mascherine e indossarli correttamente dal momento in cui entra in stazione, sosta alle fermate o banchine, si accoda per salire sui mezzi, al momento in cui si allontana. I sedili da non utilizzare sono contrassegnati da segnali ben visibili. Igienizzazione, sanificazione e disinfezione dei mezzi, infrastrutture e stazioni vengono effettuate almeno una volta al giorno.

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