I sindaci calabresi stanno con il Governo Conte e non con la governatrice della Regione Jole Santelli che, con l’ordinanza emanata nella tarda serata di ieri, ha aperto bar, pizzerie, ristoranti, rosticcerie e pure i mercati all’aperto. La sensazione è che la Calabria sia uno “Stato a sé”, decide tutto la Regione, anche la salute dei suoi cittadini. Fino a due giorni fa, la presidente Santelli era contraria a qualsiasi forma di apertura puntando il dito contro il rientro in Calabria dei “fuori sede”, quasi come se fossero degli untori, e si era opposta addirittura al trasferimento disposto dal governo di appena 50 migranti dalla Sicilia definendolo una potenziale bomba epidemiologica.

Con la previsione di migliaia di calabresi che nelle prossime ore rientreranno a casa, adesso la Santelli ha cambiato idea e, nonostante ieri si siano registrati cinque nuovi contagi facendo salire a 1102 il totale degli “attualmente positivi”, ha aperto tutto sapendo di affrontare il rischio di un aumento dei casi di Covid con un sistema sanitario regionale allo sbando, insufficienti posti di terapia intensiva e ospedali allo stremo. E se il suo vicepresidente Nino Spirlì, lo stesso che voleva l’esercito per non fare uscire migranti dalla tendopoli di San Ferdinando, oggi invece plaude a “misure nuove che parlano il linguaggio della fiducia”, in realtà l’ordinanza della Santelli ha scatenato confusione e proteste in queste ore. I sindaci calabresi sono in rivolta. Lo è il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà secondo cui “a volte la realtà supera la fantasia”. “È un’ordinanza illegittima – ha spiegato stamattina in una diretta facebook Falcomatà – perché le Regioni non possono adottare decisioni che ampliano quanto stabilito del governo. Chi fa l’avvocato (come la Santelli, ndr), queste cose le dovrebbe sapere. Tutti vogliamo che la Calabria riparta, ma nel rispetto della legge e della salute dei cittadini. Si offende l’intelligenza delle persone”.

“Quest’ordinanza è illegittima e illogica – aggiunge il sindaco di Reggio Calabria – È pericolosa perché da l’impressione del ‘tana libera tutti’. Non possiamo continuare a giocare su queste cose. È un’ordinanza dal sapore e dall’odore politico, che vuole creare uno scontro con il governo nazionale e scarica sui sindaci la necessità di adottare le contromisure. Non è bello che funzioni così, soprattutto tra le istituzioni. È evidente che sulla pelle dei cittadini si sta cercando uno scontro politico ignobile e infame. Uno scontro della politica con la ‘p’ minuscola. Non si scherza con queste cose. Abbiamo visto cosa è successo in Germania. In questa città rimangono in vigore le disposizioni del dpcm Conte. Reggio viene sopra ogni cosa”.

La stessa decisione l’hanno presa anche altri comuni come Carlopoli e Trebisacce dove il primo cittadino Franco Mundo ha definito “l’ordinanza del presidente Santelli molto inopportuna, non solo per l’ora in cui è stata diffusa, cioè alle 22, ma per aver demolito il lavoro svolto in questi mesi, settimane e giorni da tanti sindaci, volontari, forze dell’ordine e cittadini, impegnati a prevenire e fronteggiare il coronavirus. Mi riservo di valutare anche un’impugnativa al Tar e di bloccare e limitare l’efficacia”. Sulla stessa linea sono il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia (“Per quanto mi riguarda nel mio Comune si applicherà la Costituzione Italiana) e il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro: “Non si può rischiare – dice – di vanificare i sacrifici immensi che da due mesi sopportano i nostri concittadini. Pertanto, il Comune di Lamezia Terme continuerà ad adeguarsi alle prescrizioni nazionali. Dobbiamo salvaguardare la nostra salute ed il nostro futuro”.

Addirittura il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, di centrodestra, sembra essere contrario all’ordinanza della Santelli che, al momento, ha ottenuto il plauso solo del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Per lui, che la Santelli l’ha avuta anche in giunta fino a pochi mesi fa, “Jole ha fatto bene a riaprire subito bar e ristoranti all’aperto, anche perché in Calabria non cambierebbe niente con un mese di chiusura in più. Si aggraverebbe solo di molto la situazione economica”. Non è dello stesso avviso il sottosegretario allo Sviluppo economico Alessia Morani: “La presidente Santelli si prende una responsabilità enorme – commenta – perché se dovessero aumentare i contagi a quel punto le responsabilità sono chiare. Se si utilizza il virus in termini politici, se diventa terreno di battaglia politica, diventa davvero difficile per tutti gestire questa situazione”.

Lo scontro è anche all’interno del Consiglio regionale. Il capogruppo di “Io resto in Calabria”, Pippo Callipo, invita i “cittadini calabresi ad essere molto cauti e siamo certi che si dimostreranno più responsabili di chi li governa. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici”. Ne è convinto, invece, il consigliere regionale del Pd Nicola Irto che chiede al governo di intervenire per porre “fine a questa babele istituzionale”. “Nell’arco di 24 ore – ha affermato – siamo passati dalla chiusura totale della Calabria, con il divieto di far ritornare i fuori sede, all’apertura di bar e pizzerie. C’è una schizofrenia delle scelte che genera paura e confusione. L’ordinanza di ieri sera della presidente Santelli non è stata concertata con nessuno, né con il Consiglio regionale, né con i sindaci e con il sistema delle autonomie locali. Siamo sconcertati. In questa fase occorre togliersi di dosso la maglietta dell’appartenenza politica e indossare quella della responsabilità e della serietà”.

Per la deputata del M5S Federica Dieni, “la governatrice ha offerto al centrodestra la regione che amministra affinché venisse strumentalizzata politicamente nell’ambito della lotta contro il Governo Conte”. E intanto, mentre il Codacons ha depositato il ricorso alla Corte costituzionale contro l’ordinanza della Santelli, ci sono commercianti che dimostrano più responsabilità di chi li governa come i gestori di un noto bar di Reggio Calabria che già ieri sera, appresa la notizia, hanno deciso di rimanere chiusi “per tutelare – scrivono sulla loro pagina Facebook – prima di tutto la salute dei nostri dipendenti e dei nostri clienti. Riteniamo attualmente sconsiderate ed affrettate le decisioni che prevedono la riapertura della Regione Calabria contemporaneamente dal tutto chiuso al tutto aperto. Ci prenderemo il tempo dovuto per garantire la giusta sicurezza ad ognuno, con le dovute precauzioni”. Quelle che non ha tenuto in considerazione la Regione Calabria.

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