Possono ripartire in tutto il paese le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export. Una circolare dei ministri dello Sviluppo economico, della Salute e dei Trasporti ha chiarito infatti che tali attività rientrano tra quelle di “rilevanza strategica per l’economia nazionale”. Questo significa, ad esempio, che “almeno 400 aziende” del distretto tessile di Prato potranno riaprire da oggi, 27 aprile, come ha evidenziato Andrea Cavicchi, imprenditore tessile e presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord.

La nota interministeriale rivolta alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha chiesto dei chiarimenti sull’attività dei prefetti, spiega che tra le attività di rilevanza strategica non sono comprese solamente quelle riferiti al perimetro dei cd. golden power, ma anche a quelle che imprese “le cui attività sono prevalentemente orientate all’export e la cui prolungata sospensione, quindi, rischia di far perdere al Paese quote di mercato“. Inoltre, da oggi possono riaprire anche le aziende del comparto costruzioni, ma solo per i cantieri su dissesto, scuola, carceri e edilizia residenziale pubblica. Ovviamente la riapertura resta condizionata al rispetto dei protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’attività produttiva “ripartirà – spiega Cavicchi di Confindustria Toscana Nord – in funzione dell’interpretazione dei ministeri, là dove l’export è prevalente come attività dell’azienda”, per cui “i lanifici e i produttori di filato più importanti del territorio riapriranno, e chiederanno alla filiera di ripartire insieme a loro”. Col via libera alle aziende esportatrici, potranno riaprire anche aziende di altri distretti produttivi del territorio: dalla pelletteria di Firenze agli orafi di Arezzo, fino alla nautica della Versilia.

Nel frattempo proseguono le graduali riaperture degli stabilimenti, da Nord a Sud, dopo che le aziende hanno riorganizzato gli spazi per garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Fca ha riaperto i cancelli ad oltre 700 operai a Melfi, così come è ripresa l’attività per i lavoratori del reparto stampaggio dello stabilimento di Pomigliano d’Arco e del reparto di logistica a Nola. Oltre 300 mila metri quadrati di superficie sanificati nelle officine, 130 dispenser igienizzanti installati, 15 maxi tabelloni e 25 monitor video, una decina di termo camere di controllo della temperatura corporea agli ingressi e oltre 600 punti di dotazione disinfettante per pulire le attrezzature utilizzate durante il turno. Sono invece i numeri che caratterizzano il ritorno al lavoro dei 6mila dipendenti della Sevel di Atessa, joint venture con il Gruppo Psa, che produce veicoli commerciali.

Brembo riapre gradualmente i suoi stabilimenti a Curno, Mapello e Sellero. Anche in questo caso, durante il periodo di chiusura, sottolinea una nota, l’azienda si è preparata alla riapertura implementando ulteriori misure di sicurezza. Brembo ha lavorato alla disinfezione e sanificazione di tutti gli ambienti lavorativi e ha intensificato le misure di sicurezza per le proprie persone. Inoltre, ha introdotto una serie di modifiche che limitano la compresenza di persone sia nei luoghi di lavoro sia nelle aree comuni.

Ripresa graduale per la Whirlpool a Napoli e per la Ducati nello stabilimento di Borgo Panigale. Anche in Veneto un riavvio “senza strafare“, usando un’espressione dei sindacati, per le grandi imprese della manifattura situate nella provincia di Treviso. Iniziando dalla metalmeccanica, Electrolux di Susegana conta da questa mattina su poco meno di 300 lavoratori volontari (l’azienda ha lasciato questa facoltà fino al 2 maggio). La casa del piccolo elettrodomestico Dè Longhi, che da sette giorni aveva rimesso in moto una linea produttiva per un tipo di macchine da caffè a turno unico, da stamane raddoppia ed integra la fabbricazione con altri modelli di “superautomatiche”, e questo grazie alla disponibilità di 240 operai volontari.

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