Bisognerà aspettare tutte le fasi di sperimentazione, ma si potrebbe essere aperta una prima strada per lo sviluppo di un farmaco specifico per combattere Sars Cov 2. Un team di scienziati cinesi ha sviluppato due nuovi composti che inibiscono in maniera specifica il coronavirus che ha già provocato nel mondo oltre 178mila vittime. Uno di questi composti è un buon candidato per ulteriori studi clinici. La ricerca, come si può leggere su Science, è stata condotta da Liu Hong e da Xu Yechun dell’Accademia cinese delle scienze di Shanghai, e da altri colleghi del Paese.

Sars-CoV-2 – responsabile dell’epidemia globale di Covid-19 – è un virus a Rna avvolto in senso positivo, a singolo filamento, e la sua proteasi principale, il bersaglio di questi nuovi candidati farmaci, svolge un ruolo vitale nel suo ciclo di vita. Dal momento che questo enzima non ha un omologo umano, è un target ideale per nuove molecole: gli scienziati hanno progettato e sintetizzato due composti, 11a e 11b che, in successivi test, hanno rivelato un’eccellente attività inibitoria in coltura cellulare. Inoltre, questi composti hanno mostrato buone proprietà di farmacocinetica in vivo, suggerendo di poter rappresentare promettenti candidati farmaci. Tuttavia, la minore tossicità del composto 11a lo rende particolarmente promettente, spiegano gli esperti. La ricerca preclinica sta ora procedendo su quest’ultimo composto e il team ha deciso di condividere i suoi dati di ricerca con gli scienziati di tutto il mondo per accelerare lo sviluppo di farmaci anti Sars Cov 2.

Diventano così tre le molecole più promettenti sintetizzate per colpire il nuovo coronavirus nei suoi punti cruciali. La prima era stata ottenuta nel marzo scorso in Olanda e ha come bersaglio la proteina Spike, l’arpione con cui il virus aggredisce le cellule per invaderle. Tutte e tre le molecole sono candidate a diventare farmaci, ma prima dovranno affrontare l’iter della sperimentazione clinica. Ci vorrà quindi del tempo prima che siano disponibili.

Ottenere questi composti è stato possibile grazie alla ricostruzione della struttura molecolare del virus e delle sue componenti: avere visto in dettaglio come sono fatti l’enzima che lo fa moltiplicare e la proteina Spike ha permesso di progettare molecole capaci di bloccare entrambi, disattivandoli.

Lo studio su Science

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