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Petrolio, il prezzo del barile con consegna a maggio crolla: per la prima volta nella storia chiude in negativo a -37,63 dollari a barile

L’intesa all’Opec+ non ha convinto gli investitori: la domanda sta cadendo senza freni e le scorte sono ai massimi, per cui non c’è abbastanza spazio di stoccaggio in cui mettere il greggio in eccesso. Di qui il crollo dei contratti con consegna più ravvicinata, mentre i futures in consegna giugno in poi soffrono relativamente meno
Petrolio, il prezzo del barile con consegna a maggio crolla: per la prima volta nella storia chiude in negativo a -37,63 dollari a barile
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A una settimana dall’accordo tra i Paesi produttori per tagliare la produzione e sostenere i prezzi, le quotazioni del petrolio continuano a precipitare a ritmi inimmaginabili. Il West Texas Intermediate (Wti) con consegna a maggio lunedì ha è crollato e per la prima volta nella storia ha virato e chiuso in negativo. Insomma: il prezzo è sceso sottozero, a -37,63 dollari, il 305% in meno rispetto a inizio seduta. A gennaio veniva scambiato a poco meno di 60 dollari.

Va sottolineato però che ad essere sotto pressione è il Wti con consegna molto ravvicinata, mentre i contratti con scadenza nei prossimi mesi accusano perdite più limitate, indicando che la domanda che sta crollando a causa del coronavirus è attesa salire nei prossimi mesi. Il vero problema è che in questa fase non c’è abbastanza spazio di stoccaggio in cui mettere il greggio in eccesso nelle prossime settimane.

Con i lockdown imposti nelle maggiori economie per contenere il coronavirus la domanda di petrolio è crollata e a nulla sono finora valsi i tagli alla produzione decisi dall’Opec+. Tagli che, fin dall’inizio, sono apparsi inadeguati: 9,7 milioni di riduzione a fronte di una domanda attesa calare circa tre volte tanto. “Nessuna riduzione della produzione può essere abbastanza veloce e profonda guardando alla dinamica dei prezzi”, mettono in evidenza altri analisti, osservando come al di là della seduta nera, i prezzi del Wti e del Brent avevano già perso più della metà del loro valore nel 2020 con il coronavirus e la prevista recessione. Nessuno però si sarebbe mai immaginato un lunedì così nero per il greggio.

Il calo dei prezzi insieme all’attesa di una ripresa dell’attività economica in autunno si è tradotto in un fenomeno di mercato chiamato ‘contango’, in cui i prezzi delle commodity sono più alti per il futuro di quanto non lo siano per il presente. Una delle maggiori scommesse della storia basate sul contango risale al 1990 quando Phibro, divisione di Salomon Brothers, aveva fatto scorte di petrolio a basso prezzo parcheggiandolo in cisterne e autobotti poco prima che l’Iraq invadesse il Kuwait e le quotazioni del greggio schizzassero. L’architetto della scommessa, Andy Hall, era diventato famoso per aver ricevuto 100 milioni di dollari per un giorno di lavoro e aver acquistato un castello in Germania.

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