Raggiungere l’obiettivo posto dall’Unione europea di rendere i Paesi membri neutrali in termini di emissioni di carbonio entro il 2050, è un compito davvero difficile. Nel Vecchio Continente infatti anche molti edifici sono vecchi e scarsamente isolati, fonte quindi di consumi energetici elevati. Secondo alcune stime, infatti in Europa potrebbero essere addirittura 110 milioni gli edifici che avrebbero bisogno di essere adeguati in quanto a consumi energetici. Per far fronte a questa enorme sfida, la commissione europea ha finanziato il progetto GELCLAD, pannelli ecologici economici e facili da installare, che possono adattarsi all’esterno degli edifici per tagliare drasticamente sia i consumi che le emissioni.

“Il patrimonio edilizio dell’UE è piuttosto vecchio, con una media del 35% che supera i 50 anni di età, ed è quindi anche piuttosto inefficiente dal punto di vista energetico, il che significa che gli edifici dovrebbero essere considerati un percorso critico verso gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2050”, ha spiegato Jorge Corker dell’Instituto Pedro Nunes in Portogallo, coordinatore del progetto.

I ricercatori hanno così progettato un pannello di rivestimento modulare intelligente, realizzato con materiali nano-isolanti avanzati, polimeri riciclati resistenti alle intemperie, schiume di plastica e compositi di biopolimeri di legno. “Il prodotto è destinato a essere pronto all’uso e facile da installare, pur essendo in grado di soddisfare i più recenti e severi requisiti di efficienza energetica dell’edificio”, ha spiegato ancora Corker, aggiungendo anche che i pannelli sono fatti per durare almeno 30 anni e che, grazie all’aerogel, sono in grado di offrire prestazioni superiori del 45% rispetto a quelle garantite dagli isolanti convenzionali.

Data la portata della sfida, il progetto ha anche cercato di ridurre di un terzo i costi di produzione del materiale espanso aerogel, mantenendo anche le spese di manutenzione e installazione al 65% di quelle necessarie per i sistemi correnti. I dati del Parlamento europeo dimostrano del resto che anche solo il profondo rinnovamento di appena il 3% del patrimonio edilizio europeo genererebbe un risparmio energetico di circa 100 terawattora all’anno (TWh/a). Portandolo al 20% entro il 2030 comporterebbe invece un risparmio di circa 750 TWh/a, davvero enorme visto che ad esempio la produzione annuale di energia nucleare della Francia è pari a circa 400 TWh/a.

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