Un Fondo salva-Stati senza condizioni non basta, servono anche dei bond comuni. È il messaggio che il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni manda alla Germania in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano tedesco Die Welt. “Il Mes senza condizioni può essere uno strumento utile, ma solo uno tra molti“, ha spiegato. Per sostenere la ripresa servono bond comuni “emessi per uno specifico scopo e come misura ‘one-off‘ destinata a rispondere esclusivamente a queste circostanze eccezionali. Penso che la Germania e gli altri Paesi del Nord lo potranno accettare”. “Potrebbero anche chiamarsi ‘Recovery bond’ come suggerisce la Francia“, ha spiegato ancora Gentiloni, aprendo alla proposta transalpina di dare vita a un fondo temporaneo, gestito dalle istituzione Ue, che emetta titoli sul mercato con garanzie comuni. “Non si tratta di eurobond, è una via di mezzo: è esattamente il terreno dove c’è margine di manovra“, ha confermato a Repubblica il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno.

Il 7 aprile proprio l’Eurogruppo si riunirà in videoconferenza per discutere un nuovo schema di aiuti dell’Unione per rispondere all’emergenza coronavirus, dopo il nulla di fatto dello scorso Consiglio europeo. Sul tavolo arriverà innanzitutto la proposta elaborata sull’asse franco-tedesco, che prevede tre piani di intervento: l’utilizzo del Mes con condizionalità molto alleggerite, il credito della Banca europea degli investimenti (Bei) per offrire liquidità alle imprese europee e il fondo Sure per i cassintegrati. “La risposta sarà adeguata solo se comprenderà l’emissione comune di bond”, aveva subito replicato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Sul tavolo ci sarà però anche la seconda proposta di Parigi, un Fondo speciale per la ripartenza, ovvero “un Fondo temporaneo complementare al bilancio Ue che grazie alle garanzie dei governi emetterebbe dei titoli”, ha spiegato Centeno. Una proposta che non potrà essere ignorata, perché un accordo dovrà tenere conto anche della volontà del Parlamento europeo che si è espresso a favore dei coronabond. Se sulle misure che coinvolgono Bei e fondo Sure c’è convergenza, su Mes e bond comuni si potrebbe arrivare a un compromesso che preveda l’utilizzo immediato del fondo salva-Stati, ma senza condizionalità come chiede l’Italia. Per poi arrivare successivamente anche a un fondo che emetta titoli comuni: non proprio i coronabond che chiede Roma, ma uno strumento simile.

Gentiloni: “Servono debiti condivisi contro il virus”- Uno scenario possibile: anche Gentiloni fa trapelare ottimismo. “Il messaggio ai Paesi del Nord è: non stiamo parlando della condivisione del debito, non è questo il momento. Ora è il momento di parlare di debiti condivisi per combattere contro il coronavirus e le sue conseguenze”, ha detto a Die Welt. “Dire che non abbiamo bisogno di nuovi strumenti come i bond comuni non ci porta da nessuna parte“, ha sottolineato ancora il commissario europeo. Il piano Ue per la ripresa dovrà essere finanziato con nuovi titoli, ha ribadito, “che potranno essere emessi dalle istituzioni già esistenti come la Bei, il Mes, la Commissione o congiuntamente dagli Stati membri”.

Centeno presenta il pacchetto franco-tedesco – Nella sua intervista a Repubblica e ad altri quotidiani europei, Centeno ha prima di tutto presentato la proposta condivisa da Francia e Germania. All’Eurogruppo “proporremo un pacchetto di difesa della zona euro con tre misure: protezione dei debiti sovrani, sostegno alle imprese e ai lavoratori”, ha detto l’ex ministro portoghese delle Finanze. “Si tratta delle linee di credito del Mes aperte a tutti fino a 240 miliardi, la proposta che permetterà alla Bei di raccogliere fino a 200 miliardi e i 100 miliardi della Commissione per gli ammortizzatori sociali. Una rete di salvataggio da oltre 500 miliardi che si somma alle misure già prese dai governi e agli 870 miliardi della Bce“.

“Mes senza condizioni eviterà stigma mercati” – Su questo pacchetto “vedo formarsi un largo sostegno“, ha detto Centeno. Che però ha sottolineato le nuove condizioni da applicare per accedere al credito del Mes: “Il Fondo è pronto a sganciare le sue linee di credito dalla logica della crisi dei debiti sovrani. Non avrebbe senso abbinare il sostegno alla crisi da pandemia a un programma di privatizzazioni o a una riforma del mercato del lavoro. Le condizioni devono essere legate al virus – ha spiegato Centeno – e nel lungo periodo i Paesi beneficiari, come gli altri, dovranno tornare in una situazione di sostenibilità dei conti. Disegnato così, chi si rivolgerà al Mes eviterà lo stigma dei mercati“.

“Discussione sui coronabond sia aperta” – Centeno però non esclude dallo schema che verrà discusso all’Eurogruppo la questione coronabond. “Non dobbiamo essere diffidenti senza una discussione adeguata. Voglio una discussione aperta e all’altezza”, ha dichiarato. “C’è sostegno al nuovo pacchetto di misure immediate e dobbiamo proseguire su questa strada con la mente aperta: dopo la crisi servirà denaro fresco per finanziare un piano di ripresa”.

Von der Leyen: “Serve Piano Marshall europeo” – “Avremo bisogno di investimenti massicci, sotto forma di un Piano Marshall per l’Europa”. Lo scrive la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una lettera ad Avvenire i cui sottolinea che al centro del nuovo Piano Marshall “ci deve essere un nuovo, forte bilancio della Ue” che prevede investimenti in “ricerca innovativa, infrastrutture digitali, energia pulita, sistemi di trasporto innovatici, economia circolare intelligente”. Nella lettera, von der Leyen ammette che”in un primo momento l’Europa è stata presa un po’ in contropiede da un nemico sconosciuto e da una crisi senza precedenti per portata e repentinità. Di questo passo falso paghiamo le conseguenze ancora oggi”. “Ogni atto di solidarietà – conclude – fa l’Europa un po’ più grande. E non ho dubbi che tra non molto l’Europa si rialzerà. Unita”.

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Il Mes è il prestito di tuo suocero, i coronabond sono i soldi che ti regala tuo padre

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Coronavirus, ministro Finanze olandese: “No a coronabond. Mes? In passato ottimi risultati”. Von der Leyen: “Serve un Piano Marshall per l’Europa”. Bce: “Eurobond una tantum sono una possibilità”

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