Test sierologici, tamponi, uso delle mascherine, trasmissione aerobica del virus. Sono tante le risposte che hanno fornito in conferenza stampa il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Anche se il messaggio è sempre lo stesso ovvero di tenere “molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate“. Solo il rispetto delle indicazioni potranno aiutare a contenere il contagio.

Test sierologici – Invocati dalle regioni per capire chi ha già superato il virus e ha acquisito pur una breve immunità i test sierologici “vanno validati in modo metodologicamente rigoroso” spiega Locatelli che aggiunge che così “sarà possibile avere un quadro completo dell’epidemia in Italia”. Un quadro che sarà probabilmente diverso regione per regione. “Occorreranno ancora pochi giorni per completare la validazione. I test sierologici ci potranno fornire indicazioni utili su chi “ha sviluppato gli anticorpi e “potranno essere utili per decidere la ripresa delle attività produttive in determinate aree. Come tutti i virus, Sars Cov 2 genera una risposta immunitaria“, ma quanto può durare “questa immunità protettiva solo il tempo ce lo dirà”. Locatelli sottolinea poi l’importanza degli anticorpi neutralizzanti, “a cui è attribuita la capacità di bloccare il virus”. Ma come funziona questo effetto? “Se dobbiamo estrapolare un modello da altri virus, come il raffreddore, sappiamo che poi è difficile che ci reinfettiamo nei 2-3 mesi a seguire“. Al momento però su questo aspetto, quindi sulla durata dell’immunità acquisita contro il nuovo coronavirus, “non c’è una risposta documentata”. Altri esperti indicano in 30 giorni la protezione acquisita.

Mascherine – Un altro argomento molto discusso in questi giorni è quello delle mascherine. Tra problemi di approvvigionamento (la Cina era il maggior produttore al mondo, ndr) e casi di inadeguatezza dei dispositivi, ancora non è chiaro se devono indossarle tutti. “Si sta valutando il modo in cui dovranno essere utilizzate le mascherine nella fase 2 del contenimento, ma le decisioni dipenderanno dalle informazioni relative alle via di trasmissione e dalla situazione relativa alla circolazione del virus nella popolazione” dichiara Brusaferro che sulla trasmissione del virus in aria aggiunge: “Non ci sono al momento evidenze che il nuovo coronavirus circoli nell’aria. Questa via era nota in determinati contesti, come quelli sanitari, ma al momento la letteratura scientifica indica che le principali vie diffusione del virus sono quelle per droplet e per contatto”. Comunque sono 50 le aziende italiane autorizzate a produrre le mascherine chirurgiche con una capacità di filtraggio in linea con quanto prevedono gli standard, mentre soltanto un’azienda al momento è stata autorizzata anche alla commercializzazione. Anche sui tamponi ci sono novità. Arriverà una nuova circolare del ministero della Salute “per intercettare i casi sul territorio”.

Il rallentamento – Si confermano i dati di rallentamento anche se non “c’è nessuna zona del Paese dove non circoli” dice Brusaferro sottolineando l’alta circolazione di Covid-19 in alcune zone. Da qui il messaggio di tenere “molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate”. Il dato è “che in qualche modo abbiamo iniziato la discesa. È progressivamente un calo. Questo è un passaggio estremamente importante. Ma la curva non è detto che scenda per forza. Se non siamo efficaci nel mantenere il distanziamento, quella discesa si interrompe e si crea una valle per poi ricrescere. La curva decresce e i nuovi infetti decrescono. Le misure stanno funzionando, vanno mantenute. Se non si controlla bene la curva discendente poi riparte rapidamente”. E poi “aver fatto gol non vuole dire che la partita è finita, abbiamo superato un momento critico, stiamo scendendo, ma la curva può avere anche una valle e poi ripartire, non è scontato che scenda per forza“.

Il bando per ricercatori – Lunedì della prossima settimana verrà pubblicato un bando di ricerca su Sars Cov 2 “che offrirà a tutte le migliori risorse scientifiche e intellettuali di questo Paese la possibilità di presentare progetti, che nella loro conduzione verranno supportati da fondi del ministero della Salute”. “Anche questo – sottolinea Locatelli – è un chiaro messaggio sul fatto che si vuole investire evidentemente anche sulla ricerca, declinata nei suoi vari aspetti: da modellistiche per la previsione della diffusione epidemica a studi di immunologia che consentano di capire i meccanismi che sottendono allo sviluppo della patologia, allo sviluppo di nuove profilassi, e mi riferisco anche a vaccini, terapie, ivi compresi gli anticorpi specifici per bloccare il Sars Cov 2″.

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