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Coronavirus, il cambio di strategia della Lombardia: “Presa in carico e monitoraggio dei pazienti Covid da parte dei medici di base”

Sulla necessità di fare i tamponi l'assessore regionale lombardo al Welfare risponde: "Ciò che facciamo noi e ciò che fanno a Piacenza è esattamente la stessa cosa. A Piacenza il medico di medicina generale segnala chi deve fare il tampone, che è quello che avviene e che avverrà in Regione Lombardia. Non ci sono Regioni che fanno i tamponi e Regioni che non le fanno"
Coronavirus, il cambio di strategia della Lombardia: “Presa in carico e monitoraggio dei pazienti Covid da parte dei medici di base”
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Fare più tamponi. Da giorni e da più parti – come aveva già fatto l’infettivologo del Sacco Massimo Galli – viene chiesto di eseguire i test sugli asintomatici per raggiungere il maggior numero di contagiati e cercare di arginare ulteriormente l’infezioni. Il Veneto, come regione, aveva applicato una strategia a tappeto – che però appare impraticabile nei numeri – e ora anche la Lombardia sembra seguire questa strada. Anche se l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, ad Agorà rispondendo a una domanda sulla possibilità di fare i tamponi anche agli asintomatici: “Ciò che facciamo noi e ciò che fanno a Piacenza è esattamente la stessa cosa. A Piacenza il medico di medicina generale segnala chi deve fare il tampone, che è quello che avviene e che avverrà in Regione Lombardia. Non ci sono Regioni che fanno i tamponi e Regioni che non le fanno“.

Poi però ha anche aggiunto che il Pirellone “ieri ha approvato una delibera che prevede la presa in carico e il monitoraggio sul territorio da parte dei medici di famiglia, anche attraverso sistemi di telemedicina, sia dei pazienti Covid che sono stati dimessi ma non sono ancora guariti sia di coloro che iniziano ad avere i primi sintomi“, ha ricordato Gallera. L’azione dei medici di famiglia è partita da qualche giorno e, in base ai primi dati riportati oggi dal Corriere della Sera, a Milano i casi sommersi di coronavirus già individuati, ossia di persone che accusano sintomi simili, sarebbero circa 1800. Ignorare il numero reale delle infezioni può innescare altre epidemie di Covid-19 e secondo le stime di diversi studi americani, cinesi e giapponesi, le infezioni ‘nascoste’ potrebbero rappresentare il 60% del totale, come spiega un articolo sul sito della rivista Nature. Da qui la necessità di individuare gli infetti senza sintomi o con pochi sintomi.

In Lombardia “oggi chi ha un sintomo e chi si aggrava può avere un confronto con il medico di medicina generale che ne verifica le condizioni e lo invia all’ospedale per fare il tampone, quando serve. Stiamo coinvolgendo i medici di famiglia per una sorveglianza molto più stringente, è questo il modo corretto di seguire la malattia”, ha detto Gallera, spiegando che per le persone sotto monitoraggio “ci sarà una distribuzione ampia di kit con telefonino, saturimetro e termometro“. Proprio sulla distribuzione del saturimetro ai chi è isolato in quarantena è arrivato l’appello del presidente del 118: “Non si può aspettare che un malato vada in crisi respiratoria, perché a quel punto è già caduto nell’abisso, i polmoni sono compromessi”.

“Il tampone – ha poi evidenziato l’assessore – ha un valore relativo. Farli in maniera massiva vuole dire impiegare giorni e giorni per riuscire a processarli. Noi abbiamo 22 laboratori che processano i tamponi e ne riusciamo a fare 5mila al giorno. Stiamo valutando di ampliare la nostra potenzialità, siamo la regione che ha più centri, ma se facciamo 100-200 mila tamponi al giorno quanto tempo ci vorrebbe? È importante verificare e monitorare le condizioni di salute e intervenire su chi ha bisogno“.

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