L’emissione di bond comuni all’area euro “potrebbe aiutare”. L’apertura arriva dalla tedesca Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Nel pieno dell’emergenza coronavirus, Unione europea e governi nazionali stanno analizzando le possibili soluzioni comuni allo choc economico e in una parte dell’establishment tedesco si sta facendo strada la disponibilità a una maggior solidarietà europea. “Nessun Paese – dice la Schnabel – può essere indifferente a ciò che accade in un altro Paese”.
Nell’intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung la Schnabel ha dichiarato che anche “l’emissione di ‘coronabond’ una tantum sarebbe concepibile. Sta ai politici decidere”. Ma tiene a sottolineare che gli interventi decisi dalla Bce per affrontare l’emergenza coronavirus “naturalmente non sono” un piano di soccorso pensato per l’Italia, che “non ha perso l’accesso ai mercati dei capitali”. L’economista ha ricordato come “la preoccupazione sia stata piuttosto quella di spirali di prezzi che si autoalimentavano” portando a un crollo di valore dei titoli di Stato.
Nel frattempo il commissario europeo all’Economia, l’italiano Paolo Gentiloni, ha dichiarato in un’intervista al Sole 24 Ore che le istituzioni europee stanno lavorando a diverse opzioni. “La prima – spiega Gentiloni – è di creare un fondo straordinario per programmi legati al contrasto al coronavirus che coinvolgerebbe tutti i Paesi”. Poi la Commissione europea ha “proposto l’uso dei fondi strutturali non spesi”. “Una terza ipotesi che la Commissione potrebbe mettere sul tavolo è quella di anticipare lo strumento di riassicurazione degli schemi nazionali di sostegno alla disoccupazione o di ristrutturazione, come la cassa integrazione in Italia o il Kurzarbeit in Germania”. Ma bisogna “fare i conti con il fatto che non abbiamo ancora un nuovo bilancio comunitario”. Infine, c’è la discussione sui coronabond. Quale soluzione è più realistica? “Quella che avrà maggiore consenso tra i Paesi”, afferma Gentiloni.
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