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Coronavirus, laboratori già pronti per testare le mascherine che saranno prodotte in Italia

Il Tecnopolo di Mirandola, cittadina del Modenese cuore del distretto biomedicale emiliano-romagnolo, si candida a punto di riferimento nazionale per l’esecuzione dei test: "Faremo un tutorial, che metteremo sul nostro canale Youtube, per rendere maggiormente evidenti le precondizioni per poter sviluppare il progetto"
Coronavirus, laboratori già pronti per testare le mascherine che saranno prodotte in Italia
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Le preziosissime e introvabili mascherine, per evitare il contagio da Sars Cov2, saranno e in alcuni casi sono già prodotte in Italia da ditte che hanno deciso di riconvertire le loro linee di produzione. Però prima che possano essere distribuite e vendute dovranno essere testate. Le mascherine servono agli operatori sanitari e a chi è già positivo, ma ormai sono in molti a usarle. Il maggior produttore al mondo, prima dell’inizio della pandemia, era la Cina. Ma il lockdown del paese ha bloccato produzione ed esportazione. Uno stop che ha provocato anche ignobili speculazioni e blocco dell’esportazione da parte di paesi europei. Da qui la necessità di produrle in casa.

Il Tecnopolo di Mirandola, cittadina del Modenese cuore del distretto biomedicale emiliano-romagnolo, si candida a punto di riferimento nazionale per l’esecuzione dei test che le imprese vogliono produrre riconvertendo la propria attività in questo momento di emergenza, in deroga alla normativa vigente, come previsto dal recente decreto Cura Italia.

In particolare, con una iniziativa ribattezzata ‘Insieme contro il coronavirus’ – si legge in una nota – il centro di ricerca emiliano si mette a disposizione delle aziende per la verifica qualitativa delle mascherine: in una “situazione economica difficile per tante filiere del manifatturiero – viene osservato – la produzione di questi dispositivi può rappresentare un’opportunità sociale ed economica. Il Tecnopolo di Mirandola ha tutte le competenze necessarie per supportare queste imprese avendo grande e approfondita conoscenza nell’ambito dei dispositivi medici“. Nel dettaglio, “con i nostri laboratori e le competenze che abbiamo – osserva Roberto Zani, presidente di Democenter di cui fa parte il Tecnopolo di Mirandola – riusciamo a dare un contributo concreto per realizzare prodotti necessari per la salute degli operatori sanitari e dei cittadini“.

E, argomenta Barbara Bulgarelli, direttore di Democenter-Tecopolo Mirandola, “i laboratori sono già pronti. Stiamo ricevendo in questi primi giorni diverse richieste da tutta Italia: notiamo che chi non è del settore biomedicale ha la necessità di avere informazioni di base utili per verificare la fattibilità o meno del prototipo. Per questa ragione – conclude – faremo un tutorial, che metteremo sul nostro canale Youtube, per rendere maggiormente evidenti le precondizioni per poter sviluppare il progetto”.

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