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Le verità che non ci diciamo

Le verità che non ci diciamo
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C’è l’epidemia ma non va in vacanza la stupidità, la dabbenaggine, l’ambiguità del dire e poi negare.

Lo stupido o anche il cialtrone si chiedono, per esempio: come è possibile che siamo un modello per l’Europa se contiamo 2500 morti, una carneficina che non finisce mai? Lo stupido, anzi il cialtrone, non sa o non dice che questa cifra sarebbe salita di tre volte, forse di quattro, se non avessimo avuto un sistema sanitario che in Lombardia è una eccellenza riconosciuta e confermata. Senza la qualità delle cure, la prontezza delle cure, il sacrificio di chi ha curato la catastrofe avrebbe assomigliato a una ecatombe. Chiaro?

E già che ci siamo vogliamo chiarire una volta per tutte che questo incendio che sta consumando le resistenze degli ospedali è stato agevolato da decisioni improvvide, intempestive, ingiustificate? La Lombardia è stata flagellata più dal virus o dalla corsa a riaprire tutto nei giorni immediatamente seguenti al focolaio di Codogno? Chi ha imposto al governo di alleggerire, normalizzare? Gli imprenditori, anzitutto quelli lombardi. E gli amministratori, anzitutto quelli lombardi. E’ una verità, e la dobbiamo dire.

Decine e decine sono i medici e gli operatori sanitari contagiati. Perché ai servizi più esposti non è stato deciso di fare controlli preventivi e una tracciatura quotidiana? Misure di autotutela più severe. Dovrebbe rispondere l’Istituto superiore di sanità che ha indicano le linee guida e i protocolli da seguire. Rispondere con verità alla verità.

Infine: le Asl: stanno svolgendo il proprio dovere con efficienza? Sono una rete di protezione per i cittadini? Rispondono alle nostre chiamate? Giungono laddove c’è necessità di un aiuto medico, presidiano, proteggono? No.
La verità costa. Ma di lei non possiamo più fare a meno.

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