Da cuore delle telecomunicazioni mondiali a rudere di campagna. La stazione radiotelegrafica progettata più di cento anni fa dal premio Nobel Guglielmo Marconi a Coltano, località a pochi chilometri da Pisa, potrebbe essere un museo ma è in rovina. Le finestre murate, il tetto sfondato dalla vegetazione, i mattoni che si sgretolano: eppure è in questo edificio di proprietà dello Stato dove nel novembre 1911 il fisico fece partire il primo collegamento intercontinentale a onde lunghe.

Nel dicembre 2017 il Comune di Pisa aveva ottenuto dal Demanio una concessione temporanea di due anni. L’obiettivo dell’allora sindaco del Partito Democratico Marco Filippeschi era mettere in sicurezza l’ex stazione radio e parallelamente cercare investitori in grado di sostenere i costi di un progetto di riqualificazione. La nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco della Lega Michele Conti ha chiesto il rinnovo della concessione: l’accordo tra Palazzo Civico e Demanio scaduto lo scorso dicembre al momento non è stato ancora rinnovato anche se, assicurano dall’ente dei beni dello Stato, dovrebbe esserlo nel prossimo futuro. “Il recupero e la valorizzazione della struttura rimane una priorità della nostra amministrazione – spiega Conti in una nota scritta inviata a ilfattoquotidiano.it – ma siamo anche consapevoli che un’operazione del genere non può rimanere sulle spalle di un’amministrazione locale e necessita dell’impegno consistente di investitori pubblici e privati interessati a valorizzare la storia di quel posto”. E aggiunge: “In quest’ultimo anno, dopo cinquant’anni di attesa, abbiamo asfaltato le strade interne del borgo agrario dove risiedono molti cittadini. Cosa che nessuna amministrazione aveva mai fatto prima”.

Il dibattito sulla rinascita del sito marconiano è aperto da tempo. Già nel 2014 il Comune di Pisa aveva presentato un progetto per il recupero dell’area con l’intento di acquisire l’immobile dall’Agenzia del Demanio in via permanente e trovare un investitore. Il Comune avrebbe contribuito con un milione di euro a fronte dei due milioni e mezzo necessari per il restauro. Il piano prevedeva uno spazio espositivo e un centro di ricerca sulle telecomunicazioni in grado di attrarre turisti, studiosi e imprese. Nel dicembre 2017, dopo diverse richieste, l’amministrazione pisana ottiene una concessione temporanea di due anni dal Demanio e dopo circa un mese fa partire i lavori di bonifica e messa in sicurezza dello stabile stanziando 47mila euro per un primo intervento. Quando poi negli ultimi mesi del suo mandato l’allora sindaco Filippeschi annuncia la disponibilità della multinazionale delle comunicazioni Intracom Telecom a contribuire con un milione e mezzo di euro al recupero della Stazione Marconi, sembra davvero la volta buona.

Le trattative tra la multinazionale e il Comune di Pisa proseguono anche con il cambio di giunta, quando a fine giugno 2018 viene eletto sindaco Conti. L’accordo con Intracom Telecom però sfuma alcuni mesi dopo, nel dicembre 2018. La multinazionale della telefonia mobile con sede in Grecia ritira la proposta di investimento accusando la giunta Conti di non avere più intenzione di concretizzare il piano di riqualificazione. “Al mio insediamento nel luglio del 2018, non trovai nulla sulla scrivania riguardo a una concreta volontà di investire per la valorizzazione del sito” replica il sindaco di Pisa che durante un’interrogazione del Partito Democratico in consiglio comunale sulla vicenda, aveva ammesso di aver effettivamente mancato un incontro in programma con la società ma che non sarebbe esistito un vero e proprio accordo tra l’amministrazione comunale e Intracom Telecom, solo qualche scambio di mail. Da quel momento però tutto si ferma di nuovo. “Purtroppo ad oggi nessuno si è mai fatto avanti – afferma il primo cittadino – siamo consapevoli del valore di quel luogo in termini di significato così come del fatto che a Pisa, con la presenza delle università e di tante aziende, vi siano tutte le conoscenze e competenze per supportare un progetto museale o di ricerca che parta dal recupero” della stazione. Il Comune potrebbe anche decidere di chiedere al Demanio una concessione permanente: “Dipende se si trova un progetto di valorizzazione e dei partner interessati – afferma Conti nella sua nota – Mi auguro che questa occasione contribuisca ad accendere una luce su questo tema. Il Comune da solo non può farsi carico di certi investimenti e prima dobbiamo impiegare risorse su servizi e infrastrutture che migliorino la qualità della vita dei nostri cittadini. Facciamo appello anche alla principessa Elettra che, in forza della discendenza, può aiutarci nel trovare soggetti realmente interessati a reperire risorse per un progetto serio”.

Tra le tante voci che chiedono un progetto di riqualificazione dell’ex stazione radio c’è infatti quella della principessa Elettra Marconi, figlia del premio Nobel. Da anni tiene accesa l’attenzione sulle condizioni disastrose in cui versa la stazione radio dove è stato scritto un pezzo di storia delle telecomunicazioni. Perché come riportava il New York Times in occasione di quel primo collegamento senza fili tra la campagna pisana e Glace Bay, in Canada, nel 1911 la nuova stazione di Coltano era “the most powerful in the world”, la più potente al mondo: nessuno prima di allora era riuscito a spedire un messaggio wireless a tale distanza. La “stazione ultrapotente” si legge sui giornali dell’epoca, sarebbe servita anche a “facilitare le comunicazioni tra l’Italia e le Americhe del Sud” dove si trovavano milioni di emigrati italiani. Nell’ottobre del 1931 Marconi dal suo ufficio di Roma aziona attraverso la stazione di Coltano il segnale che in Brasile accende le luci della statua del Cristo Redentore di Rio De Janeiro, in occasione dei 439 anni della scoperta dell’America. Nel giugno 1944 le antenne alte 250 metri che avevano reso possibile il sogno di Marconi vengono distrutte dai tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale: da quel momento la stazione cessa la sua attività. Oggi, ancora una volta, gli arbusti e le erbacce hanno riconquistato lo stabile e gli alberi che al posto delle imponenti antenne circondano la Stazione Marconi captano solo silenzio.

Articolo Precedente

Coronavirus, “possibile essere negativi al test dopo aver avuto infezione”

next
Articolo Successivo

Coronavirus, il direttore scientifico dello Spallanzani: “Misure tempestive, chiunque dice che abbiamo sbagliato lo fa in malafede”

next