La “democrazia è in apnea” e ha bisogno di nuovi strumenti. Beppe Grillo torna a parlare di politica dopo settimane di silenzio e lo fa per paragonare la situazione attuale al “Re dei Ratti“, ovvero, spiega lui stesso, un “termine folkloristico per riferirsi a un insieme di roditori legati insieme dalla coda e ritrovati in questa posizione una volta deceduti o più raramente mentre ancora in vita”. Scrive il fondatore del Movimento 5 stelle sul suo Blog personale: “Questa è la politica oggi, questo è il risultato delle democrazia rappresentative”. Il comico ha poi ribadito una frase che, quando il M5s era appena nato, ripeteva molto spesso: “Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare, diceva Mark Twain“. L’ultima uscita su vicende di attualità politica risale a fine gennaio, due giorni dopo le dimissioni del capo politico M5s Luigi Di Maio, quando scrisse un messaggio di ringraziamento: “Per aspera ad astra, grazie per come hai gestito la situazione, per tutto quello che hai fatto e per quello che continuerai a fare”.

La proposta di Grillo non è una novità: “Perché votare? Perché non lasciare la parola ai cittadini, scelti a caso?”. “Le democrazie rappresentative di tutto il mondo scricchiolano, sanno di antico”, è il ragionamento del garante M5s. “Facendo un parallelismo con la tecnologia qualcosa non torna. Se guardiamo l’evoluzione delle tecnologie, vediamo qualcosa di diverso rispetto ai sistemi democratici. Dovunque c’è innovazione, ma non nelle democrazie. Le aziende cercano continuamente innovazione, così come gli scienziati, che si spingono sempre oltre il loro solo sapere, o gli artisti che ogni volta si reinventano. Ma quando si tratta di una riorganizzazione della società in cui viviamo, siamo ancora soddisfatti delle soluzioni del passato”.

A questo proposito il leader M5s presenta l’iniziativa G1000: “Un gruppo di pensatori e di attori indipendenti” che, nel 2011, “ha chiamato all’adunata chiunque volesse partecipare ad un reale tentativo di cambiamento del Belgio”. E ha continuato: “In fondo la democrazia è molto più dei cittadini che votano che dei politici che negoziano. Di fatto è vero o no che le grandi scelte non si fanno da anni perché politicamente scomode? I cittadini ordinari, a differenza dei politici, non devono trovare un equilibrio tra interessi nazionali e strategie elettorali. I cittadini comuni non devono costantemente chiedersi se saranno rieletti o no, se il loro avversario li attaccherà su un determinato punto o meno. I cittadini ordinari non devono essere eletti o rieletti, hanno quella libertà per fare scelte imparziali”.

Secondo Grillo “la democrazia è un organismo vivente, si adatta”. E “ora che siamo finiti nell’era digitale, l’era dell’interattività permanente, non abbiamo ancora trovato una nuova forma democratica. E se unissimo la forma diretta a quella casuale?”. Per questo Grillo propone di usare il G1000 e ne spiega a grandi linee il funzionamento: “Ci sono 1000 cittadini selezionati casualmente riuniti per una giornata per discutere le principali sfide della nostra democrazia; si garantisce che il gruppo rispecchi la composizione della popolazione nazionale; ci sono 100 tavoli di 10 persone in una sala conferenze di fronte a un palcoscenico posizionato centralmente; su quel palcoscenico sono spiegate in modo esauriente e, nel modo più obiettivo possibile, le grandi questioni del nostro tempo e le varie opzioni politiche analizzate; attorno a quei tavoli si discutono le varie opzioni, sotto la guida di esperti che darebbero a tutti la possibilità di parlare, qualunque sia il loro background educativo, talento o livello di competenza; dopo queste consultazioni, si votano le varie opzioni politiche emerse”. E ha concluso: “Le persone hanno cambiato il mondo, perché non possiamo farlo ancora?”.

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