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Ruby ter, il teste iraniano: “A Dubai si appartò con il portaborse del principe”

Tufan Moussavi ai giudici: "Karima El Mahroug mi contattò perché voleva investire 2 milioni di euro, 2 milioni che erano aggiuntivi, diceva, rispetto ai 7 milioni che aveva già investito"
Ruby ter, il teste iraniano: “A Dubai si appartò con il portaborse del principe”
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Lo aveva raccontato tre anni fa ai pm di Milano e oggi lo ha ripetuto davanti ai giudici. Ruby “mi contattò perché voleva investire 2 milioni di euro, 2 milioni che erano aggiuntivi, diceva, rispetto ai 7 milioni che aveva già investito” ha raccontato Tufan Moussavi, un iraniano che lavorava a Dubai “per una famiglia che si occupava di costruzioni immobiliari”, teste nel processo milanese per corruzioni in atti giudiziari e spiegando anche che la stessa Karima El Mahroug (imputata nel processo insieme a Silvio Berlusconi e altri) le aveva parlato di “20mila euro settimanali che riceveva in contanti da Berlusconi”.

Dopo essersi conosciuti in un locale “nel 2008-2009, lei un paio di anni dopo mi chiese un aiuto perché voleva togliere al compagno la gestione” di quei soldi che riceveva e “io le proposi di investire nell’immobiliare a Dubai e per i contanti le consigliai, invece, una banca a San Marino”. Entrambe le operazioni, però, stando alla testimonianza dell’uomo, non andarono in porto. “Ruby – ha detto il teste – venne per una decina di giorni a Dubai, stava in una suite con la madre, non pagò l’albergo, saldai io il conto e mi chiese in prestito anche 1500 euro per tornare dall’aeroporto in Italia“. In più, “una sera ad un evento, quando eravamo ospiti di un principe, si appartò con il portaborse del principe“. Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 gennaio per altre deposizioni.

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