È uscito a novembre A Tor Bella Monaca non piove mai, esordio alla regia di Marco Bocci. Famoso per l’interpretazione del commissario Scialoja nella serie tv Romanzo Criminale, poi per alcune fiction generaliste. Con lo stesso titolo del film tre anni fa ha pubblicato il suo primo romanzo con DeA Planeta. L’attore bravo belloccio e popolare che passa prima alla scrittura e poi al cinema firmando sceneggiatura e regia era una bella sfida alla critica. Invece Bocci spiazza e spazza via ogni pregiudizio con un esordio molto solido. Inscena un affresco della periferia romana dalla parte dei vinti, quelli onesti che però la vita mastica sempre. Così la cattiveria si rivela ultima carta per tentare la svolta. Ma basterà?

È bastata l’attenzione del produttore Gianluca Curti verso la storia di questa famiglia ai margini di Roma, maturata seguendo il romanzo fin dai primi vagiti, e con la sua Minerva Pictures pronta all’evenienza. Un lavoro low-budget il suo. Complesso e ambizioso. Gestazione di oltre un anno e 5 settimane e mezzo di set tra i palazzoni di TorBella. “In realtà Marco aveva già un accordo con un altro produttore, un amico comune. Lui sapeva che avevo amato il romanzo ma prese quest’altra strada. Poi un giorno mi richiamò dicendomi che quella collaborazione si era interrotta, e mi chiese di prendere in mano il progetto. Dopo averlo insultato amorevolmente gli ho detto sì, ed eccoci qua”.

Tor Bella Monaca è uno dei quartieri simbolo della periferia capitolina più estrema, palazzoni verticali piantati in un nulla urbano cresciuto a dismisura. Carente di tanti servizi, s’è fatto incubatore di criminalità e disagio, tanto da portare Curti ad assicurare sulla vita i suoi collaboratori, l’organizzatore e i membri della produzione fin dal location scouting.

Virginia Raggi in una notte del maggio 2018 fece cancellare i murales di due boss che campeggiavano in bella vista nel quartiere. Un segno di legalità che ha colpito profondamente il produttore. “Mi sono detto, da cittadino oltre che da produttore: se questa donna ha fatto questo, io posso sicuramente fare una cosa molto più semplice, come un film a Tor Bella Monaca. È una donna di neanche quarant’anni che ha un bambino piccolo, oggi ha una scorta poiché è stata minacciata da persone cattive, ed è cosciente del fatto che probabilmente quando non sarà più sindaca potrebbe non essere più protetta. Il suo è stato un atto rivoluzionario. Io in confronto, facendo il film, mi sono preso un caffè”.

Trovare gli appartamenti dove girare la storia non è stato facile per Curti e i suoi, ma a volte certi incontri costituiscono una piccola svolta. Per le location bussavano casa per casa. “Poi abbiamo incontrato un signore con un trascorso di vita avventuroso, un 75enne che come il Sindaco del Rione Sanità ci ha aiutati presentandoci alcuni proprietari di case. Uno di questi viveva agli arresti domiciliari e quando andavamo a girare a casa sua, lui restava ore fuori in balcone a fumare”. Evidenziando la pazienza di quest’uomo e la situazione particolare nella quale ha lavorato la troupe.

Per il film sono state scelte anche altre location fuori da TorBella. Sono andati a Tiburtina, al Laurentino 38. Alcune scene le hanno girate in un bar molto caratteristico del Pigneto. “Gran parte di esterni e interni però l’abbiamo girata alle Torri di Tor Bella Monaca. Alla R-11, che era il titolo originale del film, ma poi abbiamo ripreso quello del libro”. Certo, poi quando si calcano quartieri difficili alcune limitazioni e accortezze diventano necessarie: “Non ci siamo spostati verso particolari zone dove ci era stato sconsigliato di andare”.

Le riflessioni sulla spersonalizzazione di palazzoni numerati contro l’umanità ferita e feroce dei personaggi interpretati da Libero De Rienzo, Andrea Sartoretti, Antonia Liskova, Giorgio Colangeli e Giordano De Plano hanno accompagnato altre esternazioni del produttore. Un disagio della periferia che viene da lontano. “Queste torri costruite tra gli anni 70 e i 90 in maniera piuttosto stramba hanno fatto dei danni micidiali. È accaduta la stessa cosa in altri paesi del mondo e negli Stati Uniti, ma lì hanno avuto il coraggio di abbattere interi quartieri negli anni 80 per ricostruire cose più umane. Noi invece li abbiamo costruiti e ce li teniamo”.

Dalle periferie del vivere Curti è passato alla duttilità di A Tor Bella Monaca, una storia che per forma e contenuto, a mio avviso, stuzzicherebbe anche tanto pubblico fuori dall’Italia. “Abbiamo siglato un accordo con alcune linee aeree internazionali che hanno gradito il film con interesse. E ne sono stati chiusi altri per la distribuzione con Cina, Hong Kong e America Latina. In via di sviluppo ci sono pure nuovi accordi con Stati Uniti, Canada e Australia. Invece per il mondo online il film verrà distribuito con sottotitoli in inglese, francese, spagnolo e tedesco sulle piattaforme Apple TV e Amazon, quindi su 35, 40 paesi. Mentre per le tivù italiane andrà prima su Sky e poi in prima tv sulla Rai”.

Infine nuovi progetti sono in corso anche per la rivelazione Bocci. “Stiamo già lavorando su ipotesi di futuro con Marco, perché presumibilmente il suo lavoro di autore e regista proseguirà”. Nel frattempo è stato il protagonista di Calibro 9, di Tony D’Angelo. Nove settimane di set. Magari vi chiederete se il personaggio di Bocci sarà il figlio di Gastone Moschin, che in Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, anno 1972, vestiva i panni del protagonista. “Sì, Marco fa un avvocato quarantenne figlio di Moschin e Barbara Bouchet. Te la ricordi nella scena del night? In un cameo nel nuovo film ci sarà anche lei”. E presumibilmente, a guardare il film, ci saremo anche noi.

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