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Londra, l’uomo che ha disarmato il terrorista del London Bridge è un assassino in libertà vigilata. Sgozzò 21enne con ritardo mentale

Secondo quanto rivelato dal Daily Mail, l'uomo apparso nelle immagini con il coltello in mano è James Ford, 42enne che nel 2004 è stato condannato all'ergastolo, con incarcerazione minima di 15 anni. All'epoca, strangolò e sgozzò una giovane che aveva l'età mentale di una quindicenne
Londra, l’uomo che ha disarmato il terrorista del London Bridge è un assassino in libertà vigilata. Sgozzò 21enne con ritardo mentale
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L’uomo diventato famoso venerdì sera per essere tra coloro che hanno disarmato Usman Khan, il terrorista 28enne che sul London Bridge di Londra ha ucciso due persone e ferite altre tre con un coltello, è un assassino in libertà vigilata. Lo rivela il Daily Mail che lo identifica come James Ford, 42enne che nel 2004 è stato condannato all’ergastolo, con incarcerazione minima di 15 anni, per aver ucciso Amanda Champion, una 21enne con difficoltà di apprendimento.

Sono stati i parenti della giovane che, vedendo i video, hanno riconosciuto l’omicida: “Quell’uomo non è un eroe. È un assassino in libera uscita, circostanza di cui noi come famiglia non sapevamo nulla”, ha detto Angela Cox, la zia di Amanda al giornale. “L’ufficiale di collegamento di polizia mi ha chiamato dicendo che era in tv – ha continuato la donna – Sono così arrabbiata. Lo hanno fatto uscire senza nemmeno dircelo. Non mi interessa quello che ha fatto oggi, è un assassino. È feccia. Amanda era mia nipote, lei era vulnerabile e lui le ha tolto la vita. Sapeva ciò che stava facendo. Le persone non cambiano”. Ieri sera il Ministero della Giustizia si è rifiutato di commentare, ma fonti di Whitehall hanno confermato che Ford, che aveva scontato gli ultimi giorni della sua condanna all’HMP Standford Hill, una prigione nel Kent, si trovava ieri sul London Bridge.

La giovane vittima, che aveva l’età mentale di una quindicenne, nel luglio 2003 era stata trovata strangolata e con la gola tagliata tra un mucchio di rifiuti in un terreno abbandonato vicino a casa sua di Ashford, nel Kent. A svelare il nome del colpevole alla polizia fu un operatore di un’associazione religiosa di volontariato, infrangendo la rigida politica di riservatezza dell’organizzazione, che contattò le forze dell’ordine dicendo che un uomo aveva telefonato al centralino della sede addirittura 45 volte, per dire che voleva suicidarsi per via di un atroce crimine che aveva commesso. L’uomo venne arrestato e incarcerato senza però dare mai spiegazioni per l’omicidio e la famiglia di Amanda ha sempre tentato di bloccare la sua libertà vigilata.

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