Che le fotocamere degli smartphone abbiano fatto passi da gigante lo sappiamo ormai tutti, ma si resta ancora stupiti dinanzi a una fotografia non editata della Via Lattea, catturata in una buia e limpida notte estiva tramite uno smartphone Google Pixel 4 XL. La foto, inserita all’interno di un lungo articolo, serve a illustrare le capacità della nuova funzione Astrofotografia, un’estensione della modalità notturna della Google Camera, esclusiva degli smartphone Google Pixel.

Nel post il colosso di Mountain View spiega i passi avanti compiuti nel riuscire a catturare immagini in situazioni di scarsa luce o buio quasi assoluto senza introdurre il fastidiosissimo “rumore” tipico delle foto con poca luce, che ha consentito sull’ultima versione della Google Camera, 7.2 di introdurre questa nuova funzione.

‎La quantità di luce rilevata dal sensore di immagine della fotocamera ha intrinsecamente una certa incertezza, chiamata‎‎”rumore di ‎‎ripresa”, che fa apparire le immagini sgranate. La quantità di rumore presente in uno scatto è inversamente proporzionale a quella della luce che raggiunge il sensore e quest’ultima è determinata dalla luminosità dell’obiettivo, cioè alla quantità di luce che lascia passare, nonché dalla durata dell’esposizione stessa.

“Estendere il tempo di esposizione di una foto aumenta la quantità totale di luce catturata, ma se l’esposizione è lunga, il movimento nella scena fotografata e l’instabilità della fotocamera portatile possono causare sfocatura”, si spiega nel post. “Per superare questo problema, Night Sight suddivide l’esposizione in una sequenza di più fotogrammi, con tempi di esposizione più brevi e di conseguenza meno sfocatura del movimento.

I fotogrammi vengono prima allineati, compensando sia il tremolio della fotocamera che il movimento in-scene, e poi mediati, con un attento trattamento dei casi in cui l’allineamento perfetto non è possibile. Mentre i singoli fotogrammi possono essere piuttosto granulosi, l’immagine combinata mediata sembra molto più pulita”. Insomma, dietro, come sempre, c’è un grande lavoro del software, in questo caso specifico degli algoritmi utilizzati.‎

Ovviamente le capacità della modalità Astrofotografia non sono illimitate e, ingrandendo le immagini catturate è facile notare comunque della rumorosità di fondo e anche una mancanza di dettagli, ma nell’insieme l’immagine resta godibile e di grande impatto. Utilizzare la modalità non richiede alcuna tecnica particolare, se non selezionare la modalità notturna sulla Google Camera. Quando il software rileverà una certa stabilità dello smartphone proporrà automaticamente di attivare la modalità Astrofotografia. Per ottenere i migliori risultati dunque è importante utilizzare un cavalletto o qualche altro tipo di supporto che garantisca stabilità.

I Google Pixel 4 sono già in vendita da tempo , ma Google ha pensato di estendere questa funzionalità anche ai precedenti modelli Pixel 3 e Pixel 3a. Se possedete uno di questi modelli dunque non vi resta che trovare una località che sia abbastanza buia, più che altro prova di forti luci artificiali che oscurano il cielo, e provare a catturare la volta stellata. Google consiglia comunque di scegliere notti di Luna piena, altrimenti l’immagine sarà troppo buia e la ripresa verrà comunque rumorosa.

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