Spacciavano sigarette di contrabbando e beneficiavano del reddito di cittadinanza. Era il doppio guadagno dei membri di un’organizzazione criminale scoperta dall’operazione della guardia di finanza di Capua, in provincia di Caserta, che conta 21 indagati di cui dieci risultano destinatari del contributo statale. Su ordine del gip i militari hanno eseguito 11 misure cautelari: un’ordinanza in carcere, tre divieti di dimora e sette obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le manette sono scattate anche per il capo, un 69enne di Crispano, già noto alle forze dell’ordine per la sua attività illegale di contrabbando. E, come i suoi due figli destinatari di una misura di divieto di dimora in Campania, percepiva il reddito di cittadinanza: dagli accertamenti economico-patrimoniali è emerso che i tre hanno presentato domanda all’Inps dichiarandosi nullafacenti e nullatenenti, non precisando di essere in possesso di alcuni immobili, circostanza che è costata loro un’ulteriore contestazione. Il contributo è stato immediatamente interrotto.

L’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, denominata “No Smoking“, è durata due anni. Dal primo sequestro da parte dei finanziari di 200 kg di sigarette a Capua nel 2017. I militari da allora hanno ricostruito la catena dell’approvvigionamento e svelato l’organizzazione criminale a base familiare con sede a Crispano, nel Napoletano, ma attiva anche nel Casertano, in particolare nei comuni di Marcianise e Santa Maria Capua Vetere. Erano proprio i congiunti e i due figli del 69enne, più volte arrestato ma mai condannato con sentenza definitiva, ad occuparsi di stoccare le sigarette e a fare consegne anche tramite staffette organizzate. Nel corso delle indagini sono state arrestate 6 persone colte in flagranza di reato al momento delle consegne, e sono state sequestrate oltre 1,6 tonnellate di sigarette così come tre locali adibiti a deposito.

Altri irregolari del reddito di cittadinanza in questi giorni sono entrati nel mirino della guardia di finanza. Più operazioni in tutta Italia hanno svelato false dichiarazioni dei redditi: in testa c’è Bergamo dove i militari hanno scoperto 12 casi di “indebita percezione della misura di lotta alla povertà”. Tra questi una signora ha finto una separazione dal coniuge per non dichiarare il reddito del marito che ammonta a 120mila euro. Ma anche due donne italiane che avevano fatto domanda per il reddito di cittadinanza nonostante fossero assunte e un cittadino di origine pakistana che percepiva il contributo anche se residente a Londra dove lavorava da due mesi.

A Partinico, in provincia di Palermo, il blitz delle fiamme gialle ha, invece, interessato un panificio dove 4 lavoratori erano assunti in nero. Uno di questi, un uomo di 38 anni residente nel comune siciliano, percepiva il reddito di cittadinanza: per lui è scattata la denuncia per violazione della norma sulla misura di sostegno. Ora rischia la reclusione da due a sei anni. Mentre per il proprietario del panificio è stata accertata, oltre una violazione delle norme sul lavoro, una evasione fiscale di 15mila euro di Iva non pagata e imposte evase su un reddito non dichiarato di 275mila euro.

Un’altra operazione infine, è stata messa a segno a Sora, in provincia di Frosinone, in un negozio che vende bibite e alimenti. Questa volta a percepire da giugno il reddito di cittadinanza era il padre del titolare costantemente al lavoro con il figlio. Per ottenere il contributo aveva presentato all’Inps false dichiarazioni sulla propria posizione lavorativa.

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