Huawei Mate 30 Pro è il successore del Mate 20 Pro. Tecnicamente è uno dei migliori smartphone di quest’anno, soprattutto per la qualità fotografica. Purtroppo, per via del bando statunitense, arriva in Europa senza servizi Google. Questa mancanza rappresenta senza dubbio una barriera importante, che rende di fatto questo prodotto consigliabile solo agli appassionati geek che sanno usare gli APK e i trucchi per evitare di penalizzare l’esperienza d’uso, adottando soluzioni non convenzionali. Nonostante la penalizzazione software, inoltre, il prezzo di 1.099 euro è elevato e più adatto a un prodotto che non richiede compromessi.

Design

Lo schermo da 6,53 pollici ha una risoluzione di 2.400 x 1.176 pixel e ai lati ha una curvatura di 88 gradi, che da vedere è impressionante. La cura nel dettaglio è maniacale, ed esteticamente non c’è nulla da eccepire. Tuttavia, la curvatura così estrema del vetro anteriore rende lo smartphone scivoloso e crea qualche grattacapo in termini di ergonomia. Quest’ultimo aspetto è penalizzato anche dalla scelta di eliminare tutti i tasti fisici tranne quello di accensione. Nell’uso quotidiano, per regolare il volume di riproduzione bisogna agire sui sensori touch posizionati sul bordo laterale, che non sono facili da individuare alla cieca, magari mentre il Mate 30 è in tasca.

Huawei ha cercato di contenere l’inconveniente della scivolosità predisponendo una finitura satinata sulla parte posteriore che, oltre a essere piacevole al tatto, aiuta nella presa. Nel complesso questo smartphone non è impossibile da usare con una mano. La mancanza delle cornici laterali ha permesso di circoscrivere la larghezza a 73,1 millimetri, quindi la forma è stretta e allungata. Da lodare la presenza della certificazione di impermeabilità IP68, che permette d’immergere il Mate 30 Pro fino a 2 metri di profondità, per un massimo di 30 minuti.

Il pannello è un modello OLED di primo livello, compatibile con lo standard HDR10 e protetto da un vetro Gorilla Glass 6. Grazie all’efficace trattamento oleofobico, si legge perfettamente all’aperto. Sono di alto livello anche contrasti, resa cromatica e luminosità massima.

Comparto fotografico

Il modulo fotografico posteriore è circolare, e racchiude quattro sensori. Quello principale è da 40 Megapixel con stabilizzazione ottica dell’immagine, il secondario è sempre da 40 Megapixel, ma si tratta di un sensore grandangolare. Rispondono infine all’appello un teleobiettivo da 8 Megapixel che abilita uno zoom ottico 3X (ibrido 5X, digitale 30X) e il sensore ToF 3D per la profondità di campo.

Lo spessore del modulo fotografico è contenuto e non crea problemi quando si poggia il Mate 30 Pro su di un piano. Sul piano della qualità fotografica c’è poco da eccepire. In diurna gli scatti sono ricchi di dettagli, in notturna la modalità notte, pur saturando i colori, riesce in alcune occasioni a compiere veri e propri miracoli. Il potenziamento del sensore grandangolare consente di sfruttarlo in maniera ancora più efficace, con tutti i vantaggi di un’ottica del genere. La fotocamera anteriore è da 32 Megapixel e beneficia di un sensore ToF 3D, che consente di ottenere effetti bokeh (fondo sfuocato) molto naturali.

Per quanto riguarda i video, si possono registrare fino alla risoluzione 4K a 60 fotogrammi al secondo. Presente la modalità Super Slow-Motion a 7.680 fotogrammi al secondo. In entrambi i casi, la qualità è un passo in avanti rispetto al P30 Pro.

Software e prestazioni

Il sistema operativo è Android 10, ma senza servizi Google. Come già scritto più volte, significa non disporre del Play Store, di Gmail, di Google Maps.

La modalità Desktop Mode consente di collegare il Mate 30 Pro a un monitor esterno, in modo da poter usare un ambiente desktop su base Android. Lo sblocco del dispositivo è affidato al sensore per le impronte digitali integrato nello schermo (veloce e preciso) e al riconoscimento facciale 3D. Quest’ultima, tecnicamente, è l’implementazione che più si avvicina al Face ID di Apple. Una chicca è che se il proprietario dello smartphone sta leggendo una notifica dalla lockscreen e qualcun’altro si affaccia sul display, il sistema riconosce la presenza di un estraneo e blocca automaticamente la lettura della notifica.

Efficace anche il sistema di rotazione automatica del display, gestito dall’Intelligenza Artificiale. Evita, ad esempio, che quando si usa lo smartphone sdraiati sul divano la schermata ruota di continuo.

Sul fronte della configurazione troviamo il processore Kirin 990 e 8 Gigabyte di memoria RAM. Sono più che sufficienti per rendere il sistema fluido e scattante, anche quando viene messo sotto stress con i videogiochi.

Valutare l’autonomia è difficile vista l’assenza dei servizi Google. Questi influiscono sulla durata della batteria in senso positivo o negativo, pertanto i risultati non sono confrontabili con altri prodotti Android. In ogni caso, nelle prove siamo sempre arrivati a fine giornata anche con uso molto intenso.

Articolo Precedente

Un cronometro adesivo che illumina la pelle potrebbe rimpiazzare i cronometri da polso

next
Articolo Successivo

Lucchetto tecnologico per le biciclette: si sblocca con lo smartphone e ha una sirena da 100 decibel

next