Niente rivoltosi, solo tirannia“: è questo lo slogan urlato da centinaia di cittadini di Hong Kong che – in abiti neri, maschere antigas ed elmetto da cantiere – si si sono radunati di fronte alla scuola frequentata da Tsang Chi-kin, il manifestante di 18 anni ferito al torace da un proiettile sparato martedì dalla polizia durante gli ennesimi, violenti, scontri tra i manifestanti pro-democrazia e le forze dell’ordine. Le sue condizioni sono gravi ma stabili, come ha fatto sapere in un bollettino medico l’Hospital Authority dopo l’intervento chirurgico e il decorso notturno.

Dai video dell’episodio pubblicati in rete emerge che il colpo è stato esploso da vicino: si vedono cinque o sei poliziotti che si scontrano con circa 12 manifestanti a volto coperto, alcuni dei quali usano ombrelli e sbarre di metallo per colpire gli agenti; a un certo punto un agente entra nell’inquadratura con un’arma, dà un calcio a un manifestante e poi spara a distanza ravvicinata. Tutto questo mentre il presidente Xi Jinping celebrava su piazza Tiananmen i 70 anni della fondazione della Repubblica popolare con una grande parata militare e un protocollo dai contorni imperiali.

Le avvisaglie di una giornata ad altissima tensione erano già maturate dopo la cerimonia dell’alzabandiera tenuta in tono minore al sicuro del Convention and Exhibition Centre di Wan Chai per le temute proteste e con la governatrice Carrie Lam volata a Pechino da Xi. La polizia, all’esterno, ha usato gli spray al peperoncino dopo che la Lega socialdemocratica, che ha promosso il primo sit-in di quel giorno, s’è trovata di fronte un gruppo di attivisti pro-Pechino, intento a cantare l’inno nazionale cinese. A migliaia hanno poi marciato nel corteo vietato alla vigilia dalla polizia e promosso per rivendicare le riforme democratiche. Una miccia che ha accesso progressivamente gli scontri che si sono verificati in 13 distretti della città, tra l’Admiralty, Wan Chai, Causeway Bay sull’isola di Hong Kong, fino ad altre aree a Kowloon e nei Nuovi Territori.
Una ramificazione tale che ha sorpreso le forze dell’ordine, costrette a usare i lacrimogeni in 9 distretti (oltre a spray urticanti, proiettili di gomma e cannoni ad acqua), mentre i manifestanti hanno dato fuoco a barriere improvvisate sulle strade, impegnandosi in una guerriglia insistente con la polizia antisommossa usando bastoni di bambù di ferro e bombe molotov.

“Combatti per la libertà, stai con Hong Kong!” e “Cinque richieste, non una di meno!” hanno scandito i manifestanti citando l’elenco ancora disatteso veicolato alla Lam, tra cui c’è il suffragio universale. Intorno ai palazzi istituzionali, il governo di Hong Kong ha emesso l’allerta rossa (cancellata nella notte) ordinando l’evacuazione immediata del complesso del Parlamento per motivi di sicurezza, visti gli scontri tra dimostranti e polizia, tornata ad usare i cannoni ad acqua armati con il colorante blu. I servizi della metropolitana sono stati dimezzati dato che più della metà delle 95 stazioni sono state chiuse per evitare devastazioni, mentre gran parte del residuo trasporto pubblico è stato sospeso. E per cautela, circa 30 centri commerciali hanno chiuso i battenti, anticipando l’imminente caos.

Il capo della polizia di Hong Kong Stephen Lo ha difeso i suoi agenti sugli spari di avvertimento (almeno in sei differenti zone) definiti “legali e ragionevoli”, malgrado uno abbia raggiunto il torace dello studente di 18 anni. In una conferenza stampa convocata intorno a mezzanotte, Lo ha spiegato che c’erano condizioni di “estremo pericolo”. In base al fatto che “la vita dell’agente fosse in pericolo, egli ha preso la decisione che ha preso. Penso sia legale e ragionevole”, ha aggiunto. Gli arresti intanto hanno superato quota 100, mentre i feriti sono almeno 51. E per domani sui social media si è diffusa la chiamata alla “mobilitazione contro il ferimento criminale” del 18enne da parte della polizia.

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