Bene ha fatto il ministro Lorenzo Fioramonti a proporre di tassare le merendine, le bibite e i voli aerei, cioè quei consumi altamente dannosi per la salute e per l’ambiente. Ma le merendine fanno davvero così male?

Nella lunga lista di ingredienti scritti in piccolo nell’etichetta delle merendine, troviamo farina 00 (ultra raffinata, resta solo il glutine e zero valori nutritivi), grassi saturi da olio di palma e di cocco, talvolta idrogenati, che provengono da paesi esotici e contribuiscono alla deforestazione, spesso estratti con solventi chimici, margarina (grasso idrogenato), aromi di sintesi, lecitina di soia (che può essere Ogm), alcol etilico, conservanti, additivi, coloranti, sale e quantità di zucchero esagerati.

Il junk food trangugiato dai nostri piccoli non ha limiti. Ne fiorisce sempre uno nuovo, dai colori sgargianti: dalle bombe caloriche cioccolatose, fino a mix di obbrobri in un tripudio di plastica, grissini, salamini, cubetti di prosciutto cotto e pezzi di frutta incellofanati. Ovviamente tutte le merendine e gli snack sono spacciati per essere “completi e golosi”, “sani e nutrienti” “come fatti in casa”. E poi che dire del “succhino” di frutta, che piace tanto ai bambini che detestano la frutta vera? In un solo brik di 200 ml ci sono 5 cucchiaini di zucchero. Secondo l’American Heart Association e l’Oms un bambino tra i 2 e i 18 anni non dovrebbe superare 5 cucchiaini di zucchero al giorno!

Mangiare una merendina, uno snack, un succo o una bibita comporta assuefazione a questi sapori, al punto che i bambini fanno fatica a mangiare altro. Risultato? Un’intera generazione all’ingrasso. In Italia un bambino su tre in sovrappeso o obeso. Ma non è solo questione di ciccia, c’è tutto il corollario di malattie cadiovascolari, diabete di tipo 2, calcoli, problemi di fertilità da adulto… Tutte queste malattie costano allo stato tra i 6 e 16 miliardi annui. Se all’estero sono corsi ai ripari (sono circa 50 i paesi che in tutto il mondo hanno adottato la Sugar Tax) da noi sembra difficile.

Prima di Fioramonti, ci aveva provato nel 2012 il ministro della Salute Renato Balduzzi, mentre nel gennaio 2019 centinaia di medici, nutrizionisti e società scientifiche si erano appellati alla ministra Giulia Grillo per una Sugar Tax.

Sicuramente non si deve solo tassare lo zucchero delle bibite, ma l’insieme degli ingredienti poco salutari, le lunghe lavorazioni, i grassi vegetali e idrogenati, i conservanti, i trasporti e gli imballaggi. Una ecotassa per ogni prodotto che tenga in considerazione i danni alla salute e all’ambiente. Danni che altrimenti dovrebbe pagare lo Stato (e quindi noi cittadini).

I populisti dicono che tassando il junk food si penalizzano i più poveri. Ma è vero il contrario: i poveri saranno più protetti, visto che sono quelli più incentivati a ridurne il consumo, mentre i ricchi se ne impiperanno e continueranno a consumarli. D’altra parte, non sono beni di prima necessità: ci sono sempre state alternative semplici come pane e olio o marmellata, frutta e verdura, nati molto prima delle merendine e molto meno costosi e alla portata di ogni classe sociale.

E non ditemi che i genitori di oggi sono a tal punto stressati, tirati e frenetici che non hanno tempo di ficcare una mela nello zaino del figlio o di tagliare una fetta di pane (tra l’altro i ragazzini la merenda potrebbero anche prepararsela da soli). Se non abbiamo neppure questi pochi minuti da dedicare alla salute dei figli, siamo davvero un paese sull’orlo del baratro culturale e psicologico. Ma poi compensiamo con paranoie e cure soffocanti, limitiamo il movimento dei bambini (contribuendo ancor più al sovrappeso) e li scarrozziamo in auto quasi fin dentro la classe.

Ma ammettiamo che i genitori non sappiano/possano pensarci. E’ bene allora che ci pensi la scuola pubblica. Con l’ecotassa si potrebbero incentivare le scuole che tolgono i distributori di merendine e bibite. La preside Maria De Biase in Campania è andata oltre: nella sua scuola le merendine e gli snack spazzatura sono vietati tutto l’anno, i bambini preparano a scuola la merenda con pane, olio, verdure. Tutto sano, biologico o autoprodotto nell’orto scolastico.

Che il ministro Fioramonti vada a visitare questa scuola, prenda questa preside come modello, facilitando e rendendo diffuse queste buone pratiche (oggi ostacolate da paranoici regolamenti sull’igiene).

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