Finalmente posso scrivere sul Jova Beach Party. Dopo averlo annunciato su queste pagine, sono stato infatti alla tappa di Montesilvano. È una cosa enorme, ma questo può intuirlo anche chi non l’ha visto. Però non basta. Partiamo subito col dire che non si tratta di un semplice concerto, perché è un party, si balla in spiaggia soprattutto con il dj set, e ogni appuntamento è diverso da quello della tappa precedente.

A Montesilvano sin dal primo pomeriggio erano accalcate migliaia di persone (a proposito, complimenti alla città: la migliore organizzazione secondo il produttore Maurizio Salvadori); Lorenzo è uscito poco prima delle 16: non si è fermato un secondo fino a mezzanotte inoltrata, in un’area di 30mila metri quadri.

In questo scritto io vorrei far capire la verità di fondo di questo evento e quanto sia legato inscindibilmente alla poetica di Jovanotti. Compito arduo? Forse, ma soprattutto questo è il Jova Beach Party, evolversi superando i propri limiti.

La prendo un po’ larga per arrivare al punto. Pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo, ho intervistato Lorenzo per un lavoro che sto svolgendo all’Università di Siena su Fabrizio De André, perché fu tra gli invitati a cantare sul palco del teatro Carlo Felice di Genova il 12 marzo 2000 nello spettacolo Faber amico fragile. Mi ha detto che fu molto contento di partecipare, e che però lui fa comunque altro, fa “queste cose qua”, indicando il palco. Poi abbiamo parlato del Premio Tenco, perché Lorenzo cantò nel 1995 davanti ad Amilcare Rambaldi.

Anche in questo caso mi ha detto che si sentiva lusingato, ma quasi fuori posto. Secondo me non è vero. La canzone d’autore oggi si è sganciata dall’accezione storica e “pura”. Oggi canzone d’autore sono anche Caparezza o Jovanotti. Alla base dev’esserci un’autenticità di fondo, data dall’aderenza tra la necessità espressiva, l’intenzione artistica e la riuscita. Ce l’ha Jovanotti questa aderenza? Ne ha da vendere. Vediamo perché.

Jovanotti oggi può contare su un repertorio molto solido di canzoni, fra l’altro alcune recentissime. Sono canzoni varie: da Serenata rap a Piove, passando per L’ombelico del mondo, A te, Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, Fango, Terra degli uomini, Oh, vita! o Chiaro di luna. Non vado oltre, le conosciamo sicuramente tutti.

Il Jova Beach Party ha contato 16 tappe fino a oggi, più o meno mezzo milione di persone in attesa dell’ultima data di Linate. Eppure non sono i numeri a renderlo maestoso; la buona musica non è questione muscolare: c’è molto di più. Per lavoro o per diletto, ho assistito a un sacco di eventi in vita mia; con venti o 100mila persone, bellissimi o avvilenti in entrambi i casi. Non è il numero che fa la qualità e la riuscita. Contano le suggestioni climatiche dell’incontro, che si accordino con l’intenzione artistica del cantautore.

La canzone per esistere deve succedere, e la performance live è un completamento di scrittura dei brani dell’artista, dunque prima di tutto dev’essere coerente con la sua poetica. Dal vivo non puoi fingere. Ecco: in questo senso il Jova Beach Party è una vera meraviglia. Le canzoni di Jovanotti lo raccontano da sempre: l’umanesimo moderno che tende al futuro, questa è la loro tematica più prolifica. La festa, vivere l’attimo, riempirsi il cuore di momenti magnifici che “facciano legna” per quando ne avremo più bisogno.

E poi un aspetto importante rende questi concetti, cantati sulla spiaggia, molto significativi; lo ha spiegato il cantautore sul palco a Montesilvano: “Il mare è un posto di confine che unisce le culture, i punti di vista; spinge a superare i propri limiti”. Lui ha voluto fortemente questo evento, lo ha voluto fare con il sostegno del Wwf prima di tutto: “Per far bene le cose, non si deve rinunciare a farle, ma bisogna farle bene”; lo ha detto a Montesilvano più o meno con queste parole.

È la poetica che si fa realtà; l’importanza delle parole cantate per esempio nel brano Tensione evolutiva del 2012: “Sappiamo come muoverci nel mondo dello spettacolo, eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola: voragine incolmabile, tensione evolutiva”. È ciò che ci spinge a migliorarci e Lorenzo ne parla da sempre, esaltando le caratteristiche positive dell’essere umano. Non è vero che Jovanotti è sempre gratuitamente positivo, che fa di tutto per non essere divisivo. La cosa è più complicata e affascinante. Lorenzo parla di quella “voragine incolmabile” in ogni canzone e lo fa cantando l’energia che serve per tirarsi su, che è tipica degli esseri umani. Energia che viene da luoghi incomprensibili, energia senza senso e per questo meravigliosa.

Jovanotti ha una poetica d’autore forte e potente. Credo che il Premio Tenco di oggi debba tenerne conto. Il Jova Beach Party questa poetica l’ha realizzata. Nel caso dei più grandi, le canzoni e la vita si avvicinano a tal punto da sovrapporsi.

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