Telegram è in procinto di lanciare la sua criptomoneta: si chiamerà Gram e arriverà entro ottobre. Una risposta a Libra, il progetto di moneta digitale di Facebook, che in compenso per stessa ammissione del gruppo di Mark Zuckerberg potrebbe non partire mai viste le pesanti critiche di governi e banche centrali. L’app del servizio di messaggistica basato sul cloud, rivale di Whatsapp, è stata fondata nel 2013 da Pavel Durov, imprenditore russo emigrato dopo contrasti col governo. Nel 2018 contava 200 milioni di utenti attivi al mese, essendo diffuso in diversi Paesi in cui altri social network non sono accessibili.

Un gruppo di investitori della società ha spiegato al New York Times – sotto anonimato perché ha firmato accordi di non divulgazione – che Gram sarà una nuova valuta online: un modo per spostare denaro in qualsiasi parte del mondo e acquistare o vendere altri beni. Telegram sta inoltre pianificando di rendere disponibili portafogli digitali Gram ai milioni di utenti globali dell’applicazione di messaggistica. Funzionerà con una struttura decentralizzata simile a Bitcoin, che potrebbe rendere più facile evitare le normative governative. Una volta lanciata però verrà gestita da una rete decentralizzata di computer che non darà a Telegram il controllo su come e dove le monete possono spostarsi.

A differenza di Facebook, che ha reso pubblici i suoi piani di moneta digitale prima del lancio ufficiale previsto nel 2020, Telegram si è mossa in segreto forse per non destare troppe domande delle autorità preoccupate che monete del genere finiscano, al pari dei Bitcoin, per essere strumento di traffici di denaro, droga o cybercrime. Il fondatore della compagnia, Pavel Durov, dopo essersi scontrato con il governo russo ed essere stato costretto a vendere il suo primo social network di successo, VKontakte, ora vive tra Medio Oriente ed Europa, ma continua a manifestare ribellione alle opinioni delle autorità governative. Anche in questo caso quindi, nonostante esperienze simili alla sua finiscano spesso nel mirino di autorità internazionali, finanziarie e non, ha scelto a quanto sembra di intraprendere l’iniziativa.

Molti investitori importanti, anche di Paesi in cui Telegram non gode di una buona opinione ufficiale, hanno deciso di finanziare l’impresa di Gram, con la garanzia da parte della società che, se qualcosa dovesse andare storto, verranno rimborsati.

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