Per motivi di lavoro (ne scrivo oggi e domani, martedì, sul Fatto) ho trascorso due giorni al seguito di Matteo Salvini in questa sua incursione tra gli spiaggiati d’Italia. Avevo in mente il coast to coast di Silvio Berlusconi che, all’apice della popolarità, requisì una nave, la nave azzurra, entrando nei porti principali e illustrando la sua profezia. Lui ricco, avrebbe fatto l’Italia più ricca, lui liberale, avrebbe concesso agli italiani la piena libertà, li avrebbe affrancati dai soprusi di una legislazione oppressiva, avrebbe riscattato la loro voglia di fare, l’avrebbe premiata, e avrebbe dunque reso tutti un po’ come lui. Entravano in massa gli angeli del Cavaliere, i suoi fan, che chiamava combattenti e li insigniva, con un simil giuramento, dello spadone della libertà. I comizi di Berlusconi non avevano mai una durata inferiore all’ora. Parlava e conquistava. Parlava e parlava.
La grande novità di questo nostro tempo è che Salvini neanche intende impegnarsi molto nella parola, a spiegare per quale diavolo di motivo ha aperto la crisi. A giustificare, illustrare il movente dopo aver assicurato che cinque anni sarebbe stato il minimo per questo governo. Non spiega perché ha mandato in frantumi il suo giocattolo quarantotto ore dopo aver richiesto e ottenuto la fiducia sul decreto a cui ha legato tutti i suoi successi: il decreto sicurezza. Non ragiona sul fatto che se accusa gli altri di essere attaccati alle poltrone come può chiedere per sé tutte le poltrone disponibili (“datemi pieni poteri”)? Sa bene che ogni parola obbliga a una seconda e a una terza. E la parola può ingarbugliare il pensiero, può ingigantire una preoccupazione, provocare dei dubbi in chi ascolta. Parlare, dunque perché?
Il suo comizio dura infatti pochissimo, e spiega niente. I selfie invece non hanno fine. Cosicché l’affollamento ai suoi ritrovi da esperienza politica si trasforma in una esperienza puramente sensoriale. Gli italiani, almeno quelli che lo amano, non hanno capito bene. Ma è davvero necessario comprendere tutto? E’ indispensabile usare la logica o la ragione per campare? Saprà ben lui. E’ pronto per il clic. Lui sorride e dà una pacca sulla spalla, nessuna esclusa. Anche un bacio, se richiesto. Il gioco è fatto.

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