Almeno 14 persone sono morte e 145 sono rimaste ferite nell’attacco sferrato mercoledì mattina a Kabul e rivendicato dai Talebani: un’autobomba è esplosa, intorno alle 9.15 ora locale, davanti a una caserma di polizia. A fornire il bilancio è stato il vice ministro dell’Interno per la Sicurezza, generale Khoshal Sadat, secondo quanto riporta Tolo Tv. La violenta esplosione si è verificata in una zona densamente popolata della capitale, poco distante dall’aeroporto, ed è stata seguita anche da una sparatoria, come hanno spiegato fonti citate dalla Dpa. Un attacco che arriva poche ore dopo tre diverse operazioni anti Isis messe a segno dalle forze speciali afghane in due quartieri di Kabul.

La rivendicazione dell’attacco parla di un’operazione messa a segno da un “eroe dell’Emirato islamico” che, alla guida di un “camion imbottito di esplosivo”, ha “colpito il commissariato di Polizia nel sesto distretto” e il “limitrofo centro di reclutamento dove vivono e vengono addestrati circa 300 poliziotti e militari”. Nella rivendicazione diffusa sul loro sito web, i Taliban affermano che l’attacco arriva “in risposta ai raid aerei, ai bombardamenti del nemico contro case, moschee, scuole coraniche, cliniche e civili”. Secondo i dati delle Nazioni Unite, solo a luglio più di 1.500 civili sono rimasti uccisi o feriti nel conflitto che si trascina nel Paese.

Ieri il movimento fondato dal mullah Omar aveva invitato gli elettori afghani a “boicottare” le elezioni presidenziali previste per il 28 settembre ed esortato la popolazione a evitare gli eventi in programma per la campagna elettorale perché “potrebbero diventare potenziali obiettivi”. Le nuove minacce del movimento arrivano dopo mesi di colloqui tra emissari del gruppo con gli Stati Uniti per porre fine al conflitto che si trascina in Afghanistan da quasi 18 anni. E, sempre nel testo diffuso ieri, si faceva riferimento proprio al “compromesso” che – dopo le contestate elezioni presidenziali del 2014 – venne raggiunto con l’intervento dell’allora segretario di Stato Usa, John Kerry. Quest’anno l’avvio della campagna elettorale, partita il 28 luglio, è stato segnato dall’attacco contro la sede del movimento Green Trend, la forza politica guidata da Amrullah Saleh, ex ministro degli Interni ed ex capo Intelligence candidato come vice del presidente uscente Ashraf Ghani.

“Devono finire gli attacchi indiscriminati e sproporzionati contro zone abitate dai civili“, si legge nella nota diffusa questa mattina dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama). “L’Onu sollecita i Taliban al rispetto e alla protezione dei civili” e li esorta a “non minacciarli o compiere violenze contro di loro” solo perché partecipano al processo elettorale. L’Onu ricorda poi come gli “attacchi contro i seggi e i civili che partecipano al processo elettorale costituiscano una chiara violazione del diritto internazionale e come i responsabili di simili crimini debbano risponderne”. Il chief executive afghano Abdullah Abdullah, ha condannato “con forza l’attacco terroristico”: “I terroristi – ha detto – vogliono intralciare la campagna per le elezioni presidenziali. Siamo impegnati con determinazione nel processo democratico e su questo siamo irremovibili. Invece degli attacchi terroristici, risolviamo i nostri problemi con i negoziati“.

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