La piemontese Bisio Progetti ha vinto una causa contro la Nestlè e potrà produrre le sue capsule per caffè compatibili con i sistemi della multinazionale svizzera. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Milano, che hanno chiuso una vicenda che si trascinava dal dicembre del 2016. Al centro della contesa c’era un noto tipo di cialde, le Dolce Gusto, mercato che in Europa vale qualcosa come 5 miliardi di pezzi all’anno.

La Bisio Progetti fa parte del gruppo industriale Guala e produce stampi per stampaggio ad iniezione di materie plastiche in ambito farmaceutico, medicale cosmetico e alimentare. Progetta e produce anche capsule per caffè e bevande solubili. Tre anni fa si è rivolta al Tribunale di Milano, sezione specializzata in materia di impresa, per far causa nei confronti della Nestlè. “Si tratta – spiegano i legali della Bisio Alberto Camusso e Chiara De Cesero, dello studio Jacobacci e Associati di Torino – di un’azione di accertamento negativo della contraffazione dei brevetti. E’ uno strumento utile ed efficace per le imprese che vogliono superare situazioni di incertezza circa la legittimità dei loro prodotti, in modo da poter pianificare correttamente la produzione ed evitare a se stesse ed ai propri clienti contestazioni future e possibili attacchi giudiziari”.

I legali hanno chiesto ai giudici di verificare che le capsule per caffè e bevande solubili prodotte e attualmente commercializzate da Bisio Progetti, pur essendo compatibili con il sistema Dolce Gusto di Nestlé, non ne costituiscono una contraffazione. Secondo la Nestlè lo sono e ne è nato un lungo dibattito giudiziale. Il Tribunale ha disposto una approfondita analisi tecnica, affidandola a un collegio di tre consulenti nominati dal giudice. Il 14 gennaio scorso è stata emessa l’ordinanza: i giudici hanno accolto integralmente la tesi di Bisio Progetti accertando che le sue capsule non violano i brevetti Nestlé.

La Nestlé non si è arresa e si è appellata contro l’ordinanza di primo grado. Ma anche questa volta ha perso. Il 12 luglio 2019 il collegio di Giudici del Tribunale di Milano ha rigettato il reclamo della multinazionale, confermando integralmente l’ordinanza cautelare del gennaio 2019 e quindi ribadendo che la capsule Bisio attualmente in commercio non violano i brevetti della Nestlé, che è stata anche condannata al pagamento delle spese processuali. Decisione definitiva perché l’ordinanza di reclamo non è impugnabile.

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