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Decreto salva conti, via libera del Senato con 133 sì e 82 astenuti. Passa alla Camera

Tosato (Lega): "Non è resa alla Ue". Misiani (Pd): "I nodi della politica economica fallimentare di questo governo sono tutti aperti"
Decreto salva conti, via libera del Senato con 133 sì e 82 astenuti. Passa alla Camera
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Via libera del Senato al decreto Salva Conti varato dal governo all’inizio di luglio per evitare la procedura di infrazione. Con 133 voti favorevoli, nessun contrario e 82 astensioni, l’assemblea di Palazzo Madama ha approvato il provvedimento con le misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Il testo passa adesso all’esame della Camera.

I tecnici del Senato nel loro dossier sul provvedimento avevano sottolineato che l’accantonamento di 1,5 miliardi delle dotazioni di bilancio, disposto in attesa che si concretizzino i risparmi, è per l’88% a valere su Fondi di riserva e speciali del Tesoro. Ma i primi sono insufficienti e i secondi non potrebbero essere utilizzati a copertura.

Paolo Tosato, senatore della Lega, ha detto che “è il punto di arrivo di un anno di esecutivo, che dimostra che le politiche economiche espansive del Governo possono avere successo, mantenendo l’equilibrio dei conti pubblici. C’è chi ha definito il decreto una resa nei confronti dell’Europa: è esattamente il contrario. Abbiamo fatto scelte coraggiose: quota 100, aiuti ai truffati dalle banche, risorse per investimenti per gli enti locali, regimi fiscali agevolati alle partite Iva e agevolazioni per le imprese, reddito di cittadinanza con equilibrio, al fine di dare risposte ai giovani in cerca di lavoro. Non ci siamo arresi alla Commissione Europea: quelli erano i governi precedenti, che avevano approvato la riforma Fornero, trasformato il Paese in un immenso campo profughi e tradito gli italiani, subendo i diktat dall’Europa. Con le scelte di questo Governo riportiamo il rapporto deficit-Pil al 2,04 come approvato dal Parlamento in legge finanziaria, si sono tranquillizzati i mercati, lo spread è tornato a livelli sostenibili”.

“Abbiamo evitato la procedura d’infrazione, che sarebbe stata un disastro per l’Italia”, ha commentato il senatore Antonio Misiani, responsabile economia per il Pd. “Ma al prezzo di questo decreto, una manovra correttiva molto consistente, che taglia i 2 miliardi congelati dalla legge di bilancio, che prende atto dell’aumento delle entrate grazie alla nostra fatturazione elettronica, che beneficia del mezzo flop di quota 100 e dei risparmi sul reddito di cittadinanza. Ma i nodi della politica economica fallimentare di questo governo sono tutti aperti, con l’economia ferma, il mercato del lavoro debole, Ilva e Alitalia quali punte di un iceberg fatto di centinaia di crisi, con la Cig straordinaria cresciuta in un anno del 35 per cento”.

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