Il mondo FQ

Blitz contro neonazisti, Salvini: ‘Segnalai io, era una minaccia di morte’. Ma fonti inchiesta smentiscono: ‘Nessun riscontro’

Il ministro dell'Interno svela un retroscena sull'inchiesta che ha portato al sequestro di un missile aria-aria Matra: "L'ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita". La smentita diffusa dall'Ansa: "Segnalazione su progetto di attentato alla sua vita fu di un agente dell'ex Kgb, non trovato alcun riscontro"
Blitz contro neonazisti, Salvini: ‘Segnalai io, era una minaccia di morte’. Ma fonti inchiesta smentiscono: ‘Nessun riscontro’
Icona dei commenti Commenti

Matteo Salvini si intesta l’inchiesta che ha portato a scoprire un arsenale nelle mani di un gruppo di estrema destra, compreso un missile aria-aria Matra in uso alle forze armate del Qatar. Ma fonti vicine all’inchiesta smontano la ricostruzione del ministro dell’Interno, in particolare sulla segnalazione di un gruppo ucraino che voleva ucciderlo. Il giorno dopo l’operazione a Torino dell’Antiterrorismo, è il capo del Viminale a svelare un retroscena finora non conosciuto: “L’ho segnalata io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente”, ha detto parlando a Genova. E ha aggiunto: “Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini, ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filonazisti. E sono contento quando beccano filo-nazisti, filo-comunisti o filo chiunque”.

Ma nel giro di un’ora, la sua versione è smontata. Fonti vicine all’inchiesta spiegano all’Ansa che fu un ex agente del Kgb a segnalare l’esistenza di un progetto di un attentato a Salvini da parte di ultranazionalisti ucraini. A svolgere le indagini furono la Digos e la procura di Torino e, secondo quanto viene riferito, non furono trovati riscontri. Insomma, le cose non stanno esattamente come le ha raccontate il vicepremier e leader della Lega: in particolare, non c’era alcun reale tentativo di attentare alla sua vita e la segnalazione è giunta da un ex 007 russo. Nel corso dei controlli, è però scattato il monitoraggio di 5 italiani, ex miliziani considerati vicini al Battaglione Azov, che ha poi portato alla scoperta del tentativo di vendita di un missile aria-aria Matra. 

Il missile, che è stato trovato in un hangar vicino all’aeroporto di Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, prima di finire nelle mani di Alessandro Monti, Fabio Bernardi e Fabio Del Bergiolo, tutti arrestati nell’ambito dell’operazione, apparteneva a un milanese: la sua posizione è ora al vaglio degli investigatori. Già lunedì, durante la conferenza stampa Eugenio Spina, dirigente Ucigos, aveva precisato che nell’inchiesta non sono emersi “elementi che ci facciamo pensare a progettualità eversive“.

Oltre al missile, gli agenti hanno trovato venti armi da guerra, tra cui carabine d’assalto di ultima generazione, pistole e munizionamenti. Martedì gli agenti, insieme agli specialisti dell’esercito italiano, hanno inventariato il materiale da guerra e da sparo custodito negli scatoloni impilati su scaffali alti dieci metri: sul materiale verrà effettuata una perizia balistica. Fino a due mesi fa il missile aria-aria si trovava in un capannone a Oriolo, nei pressi di Voghera: i proprietari dei due depositi sono Alessandro Monti, svizzero di 42 anni, e Fabio Bernardi, italiano di 51 anni, arrestati insieme a Fabio Del Bergiolo, 60enne di Gallarate.

Del Bergiolo, ex ispettore antifrode delle dogane che nel 2001 si era candidato al Senato per Forza Nuova, cercava di vendere il missile e, secondo gli investigatori, si proponeva come intermediario chiedendo tra il 5 e il 10% del prezzo finale di vendita. L’uomo aveva anche contattato un’azienda che si occupa di transazioni nazionali e internazionali di armamenti italiani e un funzionario di un paese estero.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione