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Abruzzo, Luciano D’Alfonso assolto per il megacomplesso edilizio sul lungomare a Pescara. Resta aperto il caso di Rigopiano

Per i giudici "il fatto non sussiste". Il senatore Dem può contare anche sulla richiesta di archiviazione nella vicenda dell'Hotel Rigopiano, alla quale hanno fatto opposizione gli avvocati dei comuni coinvolti e delle famiglie delle vittime. Resta aperto anche il procedimento sul parco a Lanciano
Abruzzo, Luciano D’Alfonso assolto per il megacomplesso edilizio sul lungomare a Pescara. Resta aperto il caso di Rigopiano
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L’ex presidente della giunta regionale abruzzese, Luciano D’Alfonso, attuale senatore del Pd, è stato assolto insieme ad altri quattro imputati nell’ambito del processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta relativa alla società PescaraPorto e alla realizzazione, nel capoluogo abruzzese, di un complesso edilizio nei pressi dell’area ex Edison. Il gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, secondo cui “il fatto non sussiste”, ha assolto anche l’avvocato Giuliano Milia, il dirigente del Genio civile Vittorio Di Biase, l’ex segretario dell’ufficio di presidenza regionale Claudio Ruffini e il dirigente comunale Guido Dezio. Tutti gli imputati erano accusati di abuso di ufficio e falso in atto pubblico. L’accusa, rappresentata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini aveva chiesto condanne da 6 a 10 mesi.

Quello sul progetto pescarese non era l’unico procedimento che vede protagonista l’ex governatore abruzzese. D’Alfonso attualmente risulta coinvolto anche un’altra inchiesta una delibera della Regione per la realizzazione di un parco pubblico a Lanciano, vicenda per la quale i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio. E poi c’è il caso della tragedia dell’Hotel Rigopiano. Qui l’ex governatore, insieme ad altri 21 indagati, può contare su una richiesta di archiviazione alla quale si è opposto l’avvocato Francesco Trapella, legale del Comune di Farindola. La prima udienza davanti al gip del Tribunale di Pescara si è tenuta sempre in mattinata, alla presenza del procuratore capo Massimiliano Serpi, del sostituto Andrea Papalia e di una ventina di familiari delle vittime. “Abbiamo chiesto che ci sia l’imputazione coatta per gli indagati indicati all’interno dell’opposizione e, in via subordinata, la prosecuzione delle indagini, nel senso di raccogliere quegli elementi riferibili all’interesse pubblico, che è la ragione per la quale siamo qui”.

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