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Flavio Briatore: “Italia paese comunista che vorrebbe tutti sfigati. Il reddito di cittadinanza? Una cazzata”

Non ha usato mezzi termini l'imprenditore ieri a margine dell’assemblea di Federalberghi a Capri, dove ha bocciato senza dubbi anche il salario minimo

di F. Q.

“Il reddito di cittadinanza è una caz…”. Non ha usato mezzi termini Flavio Briatore ieria margine dell’assemblea di Federalberghi a Capri, dove ha bocciato senza dubbi anche il salario minimo. “Ci vorrebbero dei contratti stagionali e noi sostituirci al Governo: se il governo dà a un dipendente 700 euro di reddito di cittadinanza per non far niente, bisognerebbe che dessero la possibilità agli imprenditori di pagare la stessa cifra, gestire il lavoratore per aiutarlo a crescere e poi, se è bravo, dargli un contratto a tempo indeterminato”.

“Siamo un Paese – sottolinea – che vive sempre sulle sussistenze ma per vivere di sussistenza devi pagare e i soldi non ce l’hanno… La gente ha bisogno di lavorare, i ragazzi vogliono lavorare. Abbiamo un carico fiscale impossibile”. E sul salario minimo dice: “Creiamo posti di lavoro prima di dare tutte queste garanzie minime e massime alla gente che poi si disinvoglia. Anche qualcuno che ha la voglia di fare…”. “L’Italia è un paese che non ama i ricchi. Se noi vogliamo portare in Italia un certo di turismo – spiega – ci vogliono infrastrutture, servizi e investimenti. Chi viene in Italia e ha i soldi, li spende. Se vuoi un turista che spende devi dargli la possibilità di farlo, tutti devono collaborare a cominciare dalle dogane, alla polizia, agli aeroporti. Si fanno file fino a due ore per i controlli e questo non è un buon inizio e benvenuto. Siamo un Paese così, che non ama i ricchi…”. L’imprenditore, secondo quanto riporta Il Giornale, sostiene che tutto questo avviene perché “l’Italia è un Paese comunista che vorrebbe tutti sfigati, un Paese dove vince la gelosia per i ricchi”.

“Quando mi dicono “dall’aeroporto sono solo due ore”, è inconcepibile. Tu arrivi in Costa Azzurra e in un quarto d’ora sei a Montecarlo, con un elicottero che costa come un taxi!”, sottolinea l’imprenditore spiegando come l’investimento sulle infrastrutture è determinante. Infine spiega come il peso della burocrazia sia insostenibile in Italia: “A Monaco abbiamo chiesto dei permessi per le spiagge il 12 aprile e la risposta è arriva il 16“.

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