Mentre Matteo Salvini preferisce dedicarsi ai comizi (in diverse città dell’Emilia Romagna) per la campagna elettorale, a meno di un mese dalle Europee, al Viminale è stato firmato un nuovo protocollo per l’arrivo, in due anni, di 600 richiedenti asilo da Etiopia, Niger e Giordania (persone vulnerabili, famiglie con bambini, malati, donne a rischio di tratta), al momento in campi profughi, originari soprattutto del Corno d’Africa, dell’Africa sub sahariana e anche della Siria.

A siglare il protocollo sui corridoi umanitari sono stati la Conferenza Episcopale Italiana (che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes) e la Comunità di Sant’Egidio, come promotori, insieme a rappresentanti (tecnici) dei ministeri dell’Interno e degli Esteri. “L’assenza di Salvini (e anche di altri sottosegretari, ndr) alla firma significa che non vuole mettere la faccia sui corridoi? Non so, ma la firma di oggi è fatta anche con il ministero dell’Interno, che è pienamente coinvolto in questo progetto, quindi evidentemente ci sono condivisione e esperienza storiche”, ha rivendicato il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, lasciando il Viminale. E ancora: “Gli attacchi di Salvini ai giudici di Bologna dopo che il Tribunale ha sconfessato il suo decreto Sicurezza in merito all’iscrizione dei richiedenti asilo all’anagrafe? I giudici avranno avuto le loro ragioni. La firma di oggi dimostra che c’è una possibilità di far sì che queste situazioni possano essere gestite in modo condiviso e significativo con attenzione all’integrazione”. Ma il numero due della Cei, Stefano Russo ha anche replicato alle polemiche dello stesso ministro dell’Interno sul ruolo della Caritas: “È fatta da italiani e italiane volontari che si spendono instancabilmente ogni giorno. Lavorano per i migranti, ma anche per tanti italiani che si trovano in una condizione d’indigenza“, ha chiarito, dopo le polemiche del leader della Lega sulla mancata partecipazione della Caritas ai bandi di alcune Prefetture. “La mangiatoia è finita”, aveva provocato Salvini (in merito alla rinuncia della Caritas, ndr) con un tweet. Per poi continuare ad attaccare: “Sono attaccato da qualche responsabile delle Caritas, da qualche parroco e vescovo, perché abbiamo ridotto da 35 euro a 21 euro al giorno i soldi per mantenere gli immigrati.

Se siete generosi accogliete anche con meno soldi, o accoglievate per far quattrini?”. Parole alle quali, pur senza polemizzare, la Cei ha voluto replicare, ricordando il lavoro svolto. In base al protocollo, come ha chiarito anche il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, i richiedenti asilo potranno ora arrivare “in modo sicuro e legale”, poi saranno accolti in diverse regioni italiane: “Il decreto Sicurezza? Non si lavora sull’integrazione, ma ancora su un clima di paura, tensione. Invece la forza dei corridoi è proprio l’integrazione“, ha aggiunto.  Il percorso prevederà anche la scolarizzazione dei minori e l’apprendimento della lingua italiana, totalmente autofinanziato grazie all’8xmille della Chiesa Cattolica e a una raccolta fondi della stessa Comunità di Sant’Egidio. Già con il passato protocollo era stato possibile l’ingresso e la progressiva integrazione di 498 profughi, in un centinaio di comuni di 18 regioni italiane, con l’impegno e il coinvolgimento di numerose Diocesi.

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