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Jovanotti e il concerto a Plan de Corones, Ginevra Di Marco: “I miei concerti in montagna? All’ora di pranzo e ci si arriva camminando”

La musicista Ginevra De Marco e lo scrittore Mauro Corona dicono la loro sul chiacchierato concerto di Lorenzo Cherubini ad alta quota

di Davide Turrini

“Suonare in montagna a contatto con la natura crea un’atmosfera meravigliosa impossibile da descrivere”, spiega al FQMagazine la cantautrice Ginevra di Marco che l’anno scorso è stata protagonista, per il secondo anno consecutivo, di uno dei concerti della manifestazione I suoni delle dolomiti, assieme a Paolo Fresu, Peppe Servillo e Fabrizio Bosso. Manifestazione che fa il paio con decine di festival d’alta quota, intitolati Music in the Mountains, sparsi tra il Montana e il Colorado negli Stati Uniti e che si svolgono ogni estate proponendo, a differenza di Jovanotti concerti di classica e di jazz. “I nostri concerti si tengono all’ora di pranzo e gli spettatoti giungono da noi dopo una lunga passeggiata tra i boschi – continua la cantante fiorentina – Così si crea una specie di condivisione della bellezza e della natura, tanto che la mia scaletta è il risultato del rispetto per il luogo in cui suono”. “Sono momenti indimenticabili vissuti sotto cieli profondi, con le vacche brade di fianco a te che molte volte si girano e ascoltano – spiega la Di Marco che nel 2018 si è esibita nella Baita del Germano a 1800 metri d’altezza sull’altopiano della Paganella. “I miei sono canti popolari, canzoni arabe, il concerto di Jovanotti è chiaramente a livello sonoro più potente. Non voglio prendere le parti di nessuno, ma credo che Lorenzo sia la persona più adatta a questa iniziativa perché è un’artista dichiaratamente attento ai temi ecologici e ambientali. Una mia amica, una guida alpina, era presente al RisorgiMarche a Matelica dell’agosto 2018 con 20mila persone e mi ha detto che fu tutto spettacolare e rispettoso dell’ambiente”. “Certo – conclude – un consiglio a Jovanotti lo voglio dare: provi ad ascoltare la natura attorno a sé sulla montagna e provi ad arrangiare e adattare la sua musica a quello che percepisce. Fondersi con il luogo in cui si è un’esperienza unica”.

In alta quota io ci vedo Uto Ughi appoggiato ad un larice mentre suona un violino, altro che Jovanotti”. Lo scrittore Mauro Corona non ci sta. E nelle ore in cui infuria la polemica tra Reinhold Messner e Lorenzo Jovanotti, con l’alpinista che si scaglia deciso contro il concerto del musicista sul panettone di Plan de Corones a 2275 metri d’altezza, Corona dal suo buen ritiro del lago Misurina si accoda al collega Messner e spiega al FQMagazine: “Jovanotti deve andare a suonare negli stadi. Mi immagino solo cosa sarà quel concerto con gli amplificatori a mille. Sarò un poeta decadente, ma per me la montagna è cime innevate, alberi, caprioli e marmotte”. L’autore de I misteri della montagna se la prende soprattutto con gli ideatori e organizzatori del live che si svolgerà la prossima estate nel corso del Jova Beach Party: “Plan de Corones è un carrozzone assurdo d’alta quota. Vogliono fare come Cortina per attirare il maggior numero di turisti. Vogliono diventare come Madonna di Campiglio il più grande parcheggio d’Europa. Invece la montagna è un’altra cosa. È passeggiata, meditazione, bimbi che riconoscono le piante. Dicono che con queste iniziative fanno cultura, ma la montagna la cultura se la fa da sola con il suo vento, le sue foglie, i suoi alberi, gli animali che si accoppiano. Il Nord est è stato rovinato dagli “schei”, governato da gente ricca che non ha mai letto un libro ma ha la Ferrari nella stalla dove nemmeno 50 anni fa il proprio nonno aveva le mucche per il latte”.

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