La crisi della diga di Oroville in California continua a insegnare qualcosa agli ingegneri che devono affrontare le multiformi questioni tecniche ed economiche legate a infrastrutture, manufatti e impianti obsoleti, spesso ultracinquantenni. E pure a chi pensa di risolvere in tribunale le carenze infrastrutturali, le manutenzioni mancate, i progetti fallimentari che sono emersi o potranno emergere anche nel nostro Paese. Il conto della spesa per il ripristino degli scarichi di Oroville, concluso in due anni, ammonta a 1.100 milioni di dollari, un miliardo di euro: una circostanza che impegna tecnici ed economisti, ma soprattutto avvocati.

Dal punto di vista tecnico, il recupero funzionale di queste opere pone problemi complessi, idrologici e idraulici, strutturali e geotecnici, gestionali e sociali. Ma neppure la loro rimozione è priva di interrogativi, poiché riportare i siti a “prato verde”, cioè a una condizione priva di vincoli, non sempre si può. Per esempio, a causa dell’occupazione delle aree riparie di valle da parte dell’uomo: la presenza delle dighe ha consolidato una sensazione di sicurezza – del tutto falsa rispetto alla natura dei luoghi – che non era stata preventivata dai costruttori e dai concessionari, ma assiomaticamente presa come oro colato dagli assessori all’urbanistica.

Negli Stati Uniti sono state rimosse circa 1.200 dighe negli ultimi 30 anni; in gran parte completamente, in alcuni casi solo parzialmente (circa una su cinque). In Italia, durante una brevissima esperienza di Commissario Delegato per la messa in sicurezza delle grandi dighe vissuta più di dieci anni fa, ho toccato con mano non soltanto la laboriosità della burocrazia, ma anche la complessità dei fattori tecnici, in apparenza consolidati. Anche eliminare le dighe abbandonate, costruite quasi due secoli fa, è una sfida quasi temeraria. E la fine della grande stagione delle dighe italiane – iniziata un secolo fa e interrotta dalla tragedia del Vajont – ha decimato l’esperienza e le competenze, affievolito l’eccellenza scientifica italiana, cancellato l’argomento dall’agenda delle politiche infrastrutturali e ambientali. Negli ultimi 30 anni i servizi tecnici istituzionali sono stati frantumati e riaggregati più volte, i pochi tecnici italiani che hanno lavorato alla progettazione delle dighe e degli invasi lo hanno fatto quasi solo all’estero, nelle università l’argomento delle dighe è stato poco a poco messo da parte e la ricerca è stata finanziata con il contagocce solo a livello europeo.

Negli Stati Uniti la concezione del tempo è diversa da quella italiana. Ai disastri, di norma, si danno risposte abbastanza rapide e sono bastati due anni per ripristinare l’esercizio di una diga in terra alta 235 metri, che invasa 4,4 miliardi di metri cubi d’acqua. Un contributo importante per il sistema idrico californiano, da 30 anni soggetto a periodiche e prolungate crisi. Le questioni legali, invece, hanno tempi più lunghi ed esiti meno scontati. La causa dei privati contro il Dipartimento delle risorse idriche (Dwr) verrà discussa nel giugno del 2020 davanti alla Corte Suprema della Contea di Sacramento. Tra i danneggiati, oltre agli abitanti evacuati a suo tempo, ci sono i proprietari degli immobili che hanno visto diminuire il valore della loro proprietà.

Nel frattempo, l’Agenzia federale di Gestione delle emergenze (Fema) ha comunicato un mese fa il rifiuto di rimborsare la California per una quota spettante di 306 milioni di dollari, a parziale ristoro del costo miliardario delle riparazioni. I funzionari del Dipartimento delle risorse idriche della California ricorreranno contro la decisione: un ulteriore contenzioso, questa volta istituzionale. L’agenzia ha affermato che la decisione si basa su precedenti revisioni tecniche che hanno rilevato “una serie di problemi alla diga” prima della sequenza di eventi che ha portato alla crisi dello sfioratore, ma lascia intendere che alcune relazioni degli esperti incolpano lo Stato per anni di negligenza. Insomma, il costo del biglietto potrebbe gravare sui californiani perfino per intero.

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