2. Madman, di Mike e Laura Allred

Per il fumetto americano gli anni 90 sono stati una sorta di Medioevo: l’estetica dei personaggi era diventata ipertrofica, la loro etica assai meno definita, le vignette abbondavano di azione ma erano povere di contenuto. Uno dei primi esempi virtuosi di inversione di tendenza è stato Madman, alias Frank Einstein, uno zombie con pochi ricordi della sua vita precedente, riportato in vita da uno scienziato eccentrico, le cui abilità principali consistono in un’empatia superumana e in grandi capacità acrobatiche. Dotato di uno spirito eroico ma decisamente preda degli eventi, viaggia da un’avventura paradossale all’altra, interrogandosi sulle finalità dell’esistenza. Questo fumetto è il trionfo dell’assurdo in salsa pop-esistenzialista. Il protagonista è un supereroe sentimentale e anti-machista, la sua azione è caotica e policromatica, i suoi testi sono introspettivi ma anche marcatamente umoristici, con una nota di spiritualità puntualmente cadenzata dagli imprevisti della narrazione. 

La storia editoriale di Madman è già di per sé un totale rifiuto dello zeitgeist in cui è nato, i suoi diritti cinematografici sono stati acquistati da Robert Rodriguez (per dire!) nel 1992, ma non ne è mai stato realizzato un film, forse per la difficoltà di restituire il tratto caratteristico dell’autore Mike Allred sullo schermo. Eppure, dato il successo di serie come Bojack Horseman e Adventure Time, è il caso di sperare prima o poi in una sua realizzazione animata, con altrettanto potenziale avventuroso, umoristico e lisergico.

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Cinque fumetti a cui è assurdo che non abbiano già dedicato una serie

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