3. Le differenze col fumetto arricchiscono il film

Nel fumetto, Carol Danvers non è la prima persona a portare il nome Capitan Marvel. Il Capitano originale è infatti Mar-Vell, un militare Kree riluttante, inviato sulla Terra per conquistarla, che si infiltra nelle associazioni scientifiche governative per rubarne i segreti. Trattandosi di un eroe e non di un mero esecutore di ordini, Mar-Vell trova che ci sia del buono negli umani, rifiuta di obbedire agli ordini, diserta, si ribella e diventa un eroe per i terrestri e un alleato degli Avengers. Nel farlo, si ritrova accidentalmente a trasferire i suoi poteri alla sua collega umana Carol Danvers. Mar-Vell troverà la sua fine perdendo la sua battaglia con un terribile cancro, in una toccante e leggendaria graphic novel scritta e disegnata nel 1982 da Jim Starlin.

Nel film il suo ruolo viene distribuito su due personaggi, uno dei quali è Jude Law che interpreta il mentore militare della donna sul pianeta Hala. L’altra è Annette Bening, la quale interpreta una versione femminile di Mar-Vell, scienziata pacifista Kree fuggita sulla Terra per costruire un’arma in grado di porre fine all’espansione violenta del suo mondo d’origine. Questa differenziazione, necessaria ai fini narrativi data l’impossibilità di dare ai due protagonisti un arco narrativo sufficientemente esteso, offre alla protagonista un mentore alternativo, stavolta donna, senza alterare la sua storia, fornendole anzi gli strumenti per scegliere quale sarà il suo destino senza negarle il background di appartenenza a una forza militare in espansione.

4. I twist narrativi (attenzione: spoiler!)

Chi legge i fumetti sa che la razza Skrull, su carta ma anche nelle serie animate, è stata sempre considerata non soltanto nemica giurata di Capitan Marvel, ma di tutti i supereroi Marvel in generale: si tratta di una razza aliena dal colore verde e dal mento a forma di scroto, orecchie a punta e gli occhi giganteschi e sgranati. Gli Skrull sono manipolatori mutaforma in grado di assumere l’aspetto di chiunque, e tendono a infiltrarsi tra le fila nemiche per potersi espandere.

Quando sono stati annunciati come villain del film, anche i nerd più esperti hanno trovato l’idea coerente. A testimoniare l’originalità del film, però, giunge il twist che ci presenta gli Skrull come vittime dell’espansione Kree. Anche loro in guerra e capaci di manipolare l’avversario con l’inganno assumendone la forma, ma qui in veste di specie protetta. Narrativamente, è notevole non solo il coraggio della scelta, ma la contrapposizione con la manipolazione dei corpi da parte degli Skrull (che cambiano aspetto e quindi dialogano col nemico, che il loro intento sia amichevole o ostile) e i Kree, che invece si relazionano o con la violenza delle loro forze armate o tramite i subdoli poteri mentali dell’Intelligenza Suprema, che cambia aspetto nella mente dell’avversario, manipolandone identità e pensieri. Allo stesso modo brillante il twist che ci rivela come il personaggio di Jude Law non sia ispirato al Mar-Vell dei fumetti, ma a Yon-Rogg, altro Kree che su carta è il nemico giurato di Mar-Vell e al contempo suo superiore in grado.

Altro spoiler aggiuntivo, solo per veri nerd: la piccola Akira Akbar interpreta Monica Rambeau, figlia di Maria, collega e migliore amica di Carol che l’ha accolta in casa sua quando i genitori le hanno chiuso la porta in faccia in seguito alla sua scelta di diventare pilota. Nei fumetti Monica Rambeau è Photon, altro membro degli Avengers (ne è stata anche leader in passato) in grado di trasformarsi in raggi di energia fotonica solida che le consentono di volare alla velocità, appunto, della luce. Dato che la pellicola è ambientata all’incirca nel 1996, è lecito sperare che vedremo una Photon adulta esordire nelle prossime pellicole con Capitan Marvel come protagonista, magari ambientate nel presente.

5. La colonna sonora e il cast

Il film è ambientato circa nella metà degli anni 90, e oltre alla prevedibile ondata di riferimenti ai vecchi computer Windows 95, Blockbuster, Street Fighter, abbigliamento e poster musicali dell’epoca, spicca per una selezione musicale accuratissima che comprende grandi classici di Nirvana, No Doubt, Garbage, Tlc, Elastica, R.E.M. e Hole. Tuttavia il più grande omaggio alla decade di plastica è offerto da un Samuel L. Jackson ancora una volta nei panni di Nick Fury (ringiovanito dal Cgi ma senza arrecare disturbo all’occhio dello spettatore) al centro di una performance scanzonata e spontanea che ricorda i suoi ruoli di 20 anni fa e, solo vagamente, una sorta di versione per famiglie del suo Jules di Pulp Fiction, perciò con molte meno sparatorie e sguardi in cagnesco sul copione, ma altrettanto carisma scenico. Bravissima Brie Larson nei panni di una giovane donna in cerca di indipendenza e riscossa, ma con quello che ha dovuto affrontare sin da prima che il film uscisse c’era da aspettarselo.

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Capitan Marvel è donna. E non ha proprio nulla da dimostrare

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