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Roma, l’ematologo Francesco Lo Coco si è suicidato gettandosi nel Tevere. Aveva 63 anni

Il professore palermitano di Tor Vergata aveva messo a punto la prima terapia per la cura della leucemia senza ricorrere alla chemioterapia. In carriera aveva più di 300 pubblicazioni su riviste internazionali
Roma, l’ematologo Francesco Lo Coco si è suicidato gettandosi nel Tevere. Aveva 63 anni
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Era a pranzo in un ristorante sul Tevere quando si è alzato dicendo di andare in bagno. Ma si è suicidato, gettandosi nel fiume. Francesco Lo Coco, 63 anni, ordinario di Ematologia all’università di Roma Tor Vergata, era uno scienziato noto a livello internazionale per aver messo a punto la prima terapia per la cura della leucemia senza ricorrere alla chemio. Dà notizia della sua morte, avvenuta il 3 marzo, la Società italiana di ematologia. Al momento restano ignote le ragioni del gesto.

Allievo di Franco Mandelli, il professore siciliano ha ottenuto diversi riconoscimenti per le sue ricerche, fra i quali l’edizione 2018 del José Carreras Award all’ultimo congresso della Società europea di ematologia Eha, nel giugno scorso a Stoccolma. Nel corso della sua carriera, Lo Coco si è occupato principalmente di caratterizzazione genetico-molecolare e terapia delle neoplasie ematologiche. Ha pubblicato oltre 300 articoli originali su riviste internazionali peer-reviewed, principalmente incentrati sulla diagnostica e il monitoraggio molecolare di leucemie e linfomi, e in particolare sulla leucemia acuta promielocitica. È stato anche presidente della Società italiana di ematologia sperimentale (2000-2002), componente della Commissione per la ricerca sanitaria del ministero della Salute (2001-2002), membro del Comitato Tecnico-Scientifico della Firc-Airc.

Sul sito del Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto (Gimema), che lo ricorda in home page, il saluto del presidente Marco Vignetti. “Siamo cresciuti insieme, un manipolo di ragazzi – i ragazzi di via Benevento – accanto ad un semi-Dio, perché questo era Franco Mandelli per noi”, scrive Vignetti. “Siamo diventati uomini e stavamo appena iniziando a diventare ‘anziani’ – aggiunge – e tu sei uno di quelli che aveva raggiunto meritati e prestigiosi traguardi, per molti altri invidiabili e per molti inaccessibili. Le tue ricerche erano – sono e resteranno – famose nel mondo perché il tuo nome è legato alla scoperta della prima cura per guarire una leucemia senza usare la chemio, e questo ha un valore simbolico ineguagliabile nella storia della lotta dell’uomo contro i tumori”. Ricorda lo scienziato scomparso anche il presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri che in una nota scrive: “Con la scomparsa di Francesco Lo Coco se ne va un amico, con cui ho condiviso molto della mia vita umana e professionale, e una mente geniale, un professionista come ce ne sono pochi – ha scritto -. Ci ha aiutato a sconfiggere la leucemia fulminante senza chemioterapia. Una scoperta che gli valse tanti premi, un lavoro dedicato agli altri come tutta la sua vita che non solo lo ha ha reso famoso in Italia e all’estero, ma lo ha fatto amare da tutti”. “La mia fortuna – conclude – è stata conoscerlo e condividere con lui lavoro e amicizia”.

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