Se uno dice di non vedere il Festival, gli fa solo pubblicità involontaria. Perché l’altro anche solo per spirito di perversa contraddizione una sbiriciatina glie la dà. Non invidio certo gli appoltronati in platea per cinque ore (comincia alle 20,35, ma per esigenze di diretta devono accomodarsi con mezz’ora di anticipo) che a mezzanotte passata devono subirsi il coretto dei magnifici tre presentatori che gracchiano “Nella vecchia fattoria ia-ia-o… c’è la capra-ca-ca…” e alla Raffaele il verso della capretta riesce benissimo. Peccato che sia la sua unica imitazione. Delusione per chi si aspettava le sue riuscitissime caricature di Belen, Donatella Versace. Il suo talento non le avrebbe certo impedito di aggiungerne altre al suo campionario. Nella conduzione le sue doti risultano mortificate.

Il Festival è un rituale collettivo, se uno se lo guarda da solo non ci sarebbe sfizio a commentare look e canzonette allora invito a casa il mio vicino Antonio Daniele Spagnolo, chirurgo estetico, tutte le sciure di Milano sono passate per il suo bisturi riguardoso. Chi meglio di lui per chiosare i “tirati”, gli “stirati” del circo di Sanremo?

Si comincia ovviamente dal padrone di casa, Claudio Baglioni, perché anche se erano in tre, questo Festival rimane sovranista. C’è lui, il comandante, gli altri sono solo co/piloti. Il look sartoriale di Baglioni è ineccepibile, grazie, squadra che vince non si cambia e si è affidato per il secondo anno consecutivo a Ermanno Scervino, big del made in Italy, che in camerino gli ha lasciato pure il sarto personale se all’ultimo minuto si dovesse inciampare una zip. È un cazzotto negli occhi invece la giacca dell’altro Claudio (Bisio), argentata/damascata/sberluccicante. Elegante e sobrio lo smoking di Claudio Primo, sembra che sia sceso da un albero di Natale Claudio Secondo. E infatti se la cambia prima del tempo stabilito.

Bellissimo il balletto iniziale di break dance, per un attimo ho pensato: “È cominciato alla grande”.

Dò di gomito al bel Antonio: Secondo te Claudio I si è rifatto? Risposta sapiente: “Ha naturalizzato quello che si era fatto, un po’ in eccesso, tempo fa, con lifting e blefaroplastica. Diciamo che l’effetto del troppo stirato si è attenuato con il tempo”. E la Raffaele non ti sembra un po’ troppo sabrinaferilizzata? “I riempitivi vanno usati con parsimonia. Le luci del palcoscenico sono spietate”. Antonio risparmia, e non me l’aspettavo, la Bertè, chioma blu e rossetto schock: “Il ritocco in eccesso c’è ma lei è rock e ci sta”.

Anna Tatangelo, look datato anni 80, in bilico su tacchi a spillo, con arruffamento monospalla. È irriconoscibile: basta confrontare le foto del prima e del dopo, naso, zigomi, sopracciglia tatuate da occhio felino, seno, sembra un’altra. Mentre discettiamo è annunciata Patty Bravo e va in scena il primo intoppo, la musica non parte. Lei polemizza: “Canto o vado a fare una passeggiata?”. Sarebbe stato meglio l’ipotesi numero due. Al suo look da ex ragazza del Piper, quasi lolitesco/androgino, ha aggiunto tre taglie di seno che si intravede da un body nude/look. Me il bel Antonio non vuole infierire: “Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Il capello rasta non donante la immobilizza in una maschera senza espressione”. E Giorgia, talento e basta? “Le sue rughette se le tiene. E come se dicesse al pubblico a me non serve mascherarmi. A me basta la voce”. Squisito d’aspetto e di voce Matteo Bocelli e il regista non gli risparmia primi piani che esaltano la sua bellezza verace. C’è il passaggio di testimone sul palco dell’Ariston con il babbo. Anche il tenore non si è sottratto alla seduzione del botox che gli corregge fronte e zampe di gallina. E ci lasciamo trascinare dalle note toccanti di Follow me.

Io intanto con palpebra che casca per il sonno ( non basterebbe il bisturi del bel Antonio per tirarmela su) seguo anche il Dopo Festival. C’è Shade (nome d’arte di Vito Ventura) che si dondola, improvvisa e rappeggia. Sembra di essere a X Factory. Lui sì che spacca. Altrimenti nessun frisson, nessuna rivelazione, fin adesso. Ma siamo solo al primo round.

Instagram januaria_piromallo

Articolo Precedente

Sanremo 2019, le pagelle di Cristiano Malgioglio: festival cupo, triste, lento. Per il prossimo anno Chiambretti e Barbara D’Urso alla conduzione

next
Articolo Successivo

Sanremo 2019, i mea culpa di Virginia Raffaele e Claudio Bisio

next