“Non è un’ammucchiata”. Pochi giorni dopo il lancio della lista unica per le Europee che dovrebbe unire “forze progressiste e di centrosinistra”, l’ex ministro e promotore del manifesto Carlo Calenda ha respinto le accuse di chi dice che sarà solo un modo per riunire tutti gli ex alleati senza utilizzare il simbolo del Partito democratico. E non solo: nelle ultime ore ha fatto discutere l’interessamento dell’azzurro Paolo Romani, che ha fatto tornare in mente i tempi del patto del Nazareno.

“Non credo che debba entrare nel movimento chi cerca alleanze nazionali a destra o a sinistra, con Lega o M5s sennò sarebbe un’operazione di trasformismo politico“, ha dichiarato Calenda a 24 Mattino su Radio24. “Quindi, nello specifico, credo che non debbano entrare LeU e Forza Italia. Non abbiamo fatto un appello per un fronte anti sovranista, ma un manifesto con proposte precise che vanno condivise. Non è una cosa ‘contro’, ma una cosa ‘per’. Non credo alle ammucchiate ‘contro'”.

L’ex ministro allo Sviluppo economico ha anche rivendicato di aver già ottenuto un sostegno significativo da varie forze della società civile e non solo. “Siamo arrivati a 75.000 adesioni a questo manifesto perché l’Europa è a rischio e insieme a lei anche l’Italia”, ha detto invece a Radio Radicale. “Noi puntiamo a realizzare gli Stati Uniti d’Europa come termine di un percorso, l’unico che garantisca di poter contare qualcosa nel mondo, una traiettoria che corrisponde all’interesse nazionale ed è per questo che c’è coincidenza fra il destino dell’europa e quello dell’Italia. Sono impegnato a costruire un fronte per un’Europa rinnovata e dedicherò a questo lavoro tutte le mie energie. Rinnoverò la tessera del Pd ma non andrò a votare alle primarie e sono fiero che con questo lavoro abbiamo contribuito ad unire le varie anime del partito ed è la prima volta da molto tempo”. Quindi si è rivolto a +Europa: “Non chiedo di confluire nella lista, stanno facendo il loro percorso congressuale di cui sono molto rispettoso, ma ci sono diversi punti che abbiamo ripreso dal loro programma e una convergenza di contenuti su cui si puo costriuire una grande iniziativa per l’europa che sarei stupito se decidessero di non esserci”.

In sostegno di Calenda e contro l’idea dell’ammucchiata, si è schierato anche l’ex ministro Pd Graziano Delrio. “Mi sono confrontato con Calenda e credo che il suo manifesto sia una buona base di partenza. Secondo la sua proposta le forze europeiste devono mantenere la loro identità: non è un grande raggruppamento contro Salvini”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. Delrio si è detto “contrario a un fronte anti-salviniano”, e “favorevole a fare delle alleanze in cui ognuno mette in comune con altri la sua storia e la sua visione dell’Europa e della società per costruire un fronte pro, che abbia come obiettivo la cooperazione tra i popoli, non il sovranismo”. Per Delrio “non bisogna nascondere i simboli. Io non mi vergogno della mia storia, non penso che il Pd sia una bad company. Ricordiamoci che alle elezioni siamo stati il secondo partito italiano, e abbiamo tutta la possibilità di tornare a essere un’alternativa. Certo, se accanto al simbolo del Pd ci fosse un altro simbolo unificante e comune alle altre liste non mi dispiacerebbe. L’importante è che sia un’operazione civica”. Sui possibili alleati, ha aggiunto: “Penso all’esperienza civica di Pizzarotti, ma spero che anche persone con una grande sensibilità europeista come la Bonino possano dare il loro contributo. E poi anche i movimenti civici contro il blocco delle grandi opere e quelli contro il degrado delle città. O gli intellettuali, come Massimo Cacciari”. La lista unitaria può andare oltre le Europee, “ma non basta mettersi insieme, bisogna anche avere una visione comune di sviluppo del Paese. Io sono contrarissimo alle ammucchiate. Bene il campo largo ma nella chiarezza”.

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