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Cena per la Giustizia, la corrente di Davigo: “Toghe con i politici appannano l’autonomia della magistratura”

Il Coordinamento di Autonomia e Indipendenza attacca la cena-evento organizzata dall’associazione Fino a prova contraria e alla quale hanno partecipato magistrati - tra gli altri i procuratori di Palermo Francesco Lo Voi - politici (a cominciare dai ministri Matteo Salvini e Giulia Bongiorno) e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria
Cena per la Giustizia, la corrente di Davigo: “Toghe con i politici appannano l’autonomia della magistratura”
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“La partecipazione a una superpubblicizzata iniziativa-cena di lusso, insieme a politici, imprenditori e in generale uomini di “potere”, rischi di appannare proprio l’immagine di autonomia e indipendenza della Magistratura, che va invece preservata e custodita gelosamente”. Il Coordinamento di Autonomia e Indipendenza, la corrente della magistratura che ha come leader Piercamillo Davigo, attacca la cena-evento organizzata dall’associazione Fino a prova contraria e alla quale hanno partecipato magistrati – tra gli altri i procuratori di Palermo Francesco Lo Voi – politici (a cominciare dai ministri Matteo Salvini e Giulia Bongiorno) e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria.

“La Magistratura, a differenza della Politica – continua la nota –  non deve cercare legittimazione sociale ma preoccuparsi della perdita di credibilità nei confronti della pubblica opinione. Questo rischio sussiste anche se viene appannata l’immagine di autonomia ed indipendenza rispetto alla Politica e ai cosiddetti ‘poteri forti”. Per Automonia e Indipendenza, però “la credibilità della Magistratura non dipende però solo da queste vicende. In particolare, passa anche dalla trasparenza e dalla qualità dell’azione del Csm, la cui azione e trasparenza sono fortemente compromesse dallo strapotere delle correnti e dalle logiche di appartenenza che pervadono le scelte consiliari. Non si riesce a spezzare questo meccanismo infernale delle scelte per appartenenza, un sistema che, alla fine, delegittima anche i colleghi prescelti”.

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