Ad Alfonso Bonafede il video spot sull’arresto di Cesare Battisti non è piaciuto. Nonostante lo stesso guardasigilli era uno dei protagonisti principali del contestato filmato.  “Il mio intento era semplicemente raccontare quella giornata e il ruolo importante della polizia penitenziaria. Il video raccontava proprio le fasi in cui Cesare Battisti, detenuto che va rispettato nei suoi diritti, viene portato in prigione. Riguardando il video non mi è piaciuto, né il montaggio, né la musica, però è un video postato su facebook, non lede nessuna dignità e mi sembra abbastanza assurdo che nelle 48 ore successive alla cattura di Battisti, il mio video diventi il tema principale”, ha detto il ministro della Giustizia durante Accordi e Disaccordi, la trasmissione di Luca Sommi e Andrea Scanzi in onda su Nove venerdì 18 gennaio alle 22.45.

Il ministro riandrebbe all’aeroporto di Ciampino per l’arrivo del latitante? “Assolutamente sì, lo rivendico. È un pluriomicida che per quasi 40 anni è stato in giro per il mondo protetto anche da governi amici mortificando la giustizia italiana e il dolore delle famiglie e delle sue vittime. Ora, dopo quasi 40 anni riusciamo a catturarlo, a portarlo in Italia, a consegnarlo alla giustizia. Voglio essere lì semplicemente per dare il senso della presenza dello Stato di fronte a un evento molto importante che anche a livello internazionale testimonia che nessuno può pensare di sottrarsi alla giustizia italiana”, ha detto rispondendo ad Andrea Scanzi e Luca Sommi. Il ministro ha commentato anche il caso dell’ex Br Alessio Casimirri, da tempo latitante in Nicaragua. “Quella è una delle situazioni più odiose, non ha fatto un giorno di galera, ha un comportamento che è offensivo verso la giustizia italiana e verso il dolore delle vittime. C’è un dipartimento del ministero che è impegnato quotidianamente per cercare di recuperare tutti questi terroristi. In questo caso, Casimirri si trova in un Paese che lo ospita e lo protegge, ci sono problemi internazionali, ma non ci sono differenze tra terroristi e terroristi, rosso o nero è uguale“.

Bonafede ha poi spiegato che non sarebbe andato alla cena-evento sulla giustizia organizzata dall’associazione Fino a prova contraria e alla quale hanno partecipato magistrati – tra gli altri i procuratori di Palermo Francesco Lo Voi – politici (a cominciare dai ministri Matteo Salvini e Giulia Bongiorno, e il Giglio magico renziano) e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria. “Io non sono stato invitato alla cena in cui erano presenti vari magistrati, esponenti dell’ala renziana del Pd e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Non c’è stato nemmeno alcun messaggio con Annalisa Chirico, la giornalista de Il Foglio organizzatrice dell’evento. Io, mentre si svolgeva quella cena con costi elevatissimi, mi trovavo a San Vittore per un’iniziativa dei detenuti con Ornella Vanoni e la Triennale di Milano”, ha spiegato il ministro. “Secondo me – ha aggiunto – di giustizia difficilmente si riesce a parlarne su una terrazza, in un contesto di quel tipo, quindi non sarei andato proprio per il contesto“.

L’esponente del Movimento 5 stelle ha poi confermato di avere un passato come vocalist nelle discoteche siciliane, come testimoniato da alcune vecchie locandine diffuse sui social: “Dj Foffo non era il mio nome d’arte, ne avevo un altro che non rivelerò mai. Io facevo il vocalist, lo rivendico, in più discoteche della Sicilia occidentale. Ho lavorato per circa un decennio come vocalist ed è stata una esperienza della vita divertente, una fase”.

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