Il mondo FQ

Violenza di genere, il comune di Livorno chiede di costituirsi parte civile in un processo: “Qui le donne non sono sole”

La decisione è stata ufficializzata dall'Avvocatura civica che, dopo la delibera della giunta M5s, ha presentato la richiesta al Tribunale. La vicesindaca: "L'obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento per tutte le vittime che troppo spesso si sentono sole e indifese". L'amministrazione avrà una risposta solo il 28 marzo, quando si terrà l'udienza dopo il rinvio deciso ieri dal giudice
Violenza di genere, il comune di Livorno chiede di costituirsi parte civile in un processo: “Qui le donne non sono sole”
Icona dei commenti Commenti

“A Livorno le donne non sono sole”. Il Comune toscano, per la prima volta in regione, ha chiesto di costituirsi parte civile in un processo per violenza di genere, il primo che si terrà in città nel 2019. La vittima è stata vessata per un lungo periodo dall’ex compagno 60enne, con cui aveva iniziato a convivere più di 5 anni fa, nel 2013, prima di denunciarlo alle autorità. La scelta dell’amministrazione è però simbolica. “Il Comune è al fianco delle donne ed è pronto a sostenerle anche davanti a un tribunale”, ha commentato la vicesindaca, nonché titolare della delega alle Pari opportunità, Stella Sorgente.

La decisione è stata ufficializzata dall’Avvocatura civica che, dopo la delibera della giunta M5s, ha presentato la richiesta al Tribunale. Oltre a costituirsi parte civile, il Comune ha avanzato una richiesta simbolica di risarcimento danni (5mila euro), in caso di condanna dell’imputato. La domanda è stata possibile grazie alle politiche comunali che, si legge nell’atto di costituzione, “difendono il principio di uguaglianza e l’attuazione di politiche concrete per le pari opportunità”. Tra le motivazioni addotte dai legali dell’Avvocatura anche il possibile “danno morale arrecato al Comune e alla collettività” e l’impegno dell’amministrazione nella lotta alla violenza, vista la decisione di investire oltre 79mila euro di contributi regionali in nuovi centri antiviolenza.

“Il nostro obiettivo – conclude la vicesindaca – è quello di diventare un punto di riferimento per tutte le donne maltrattate che troppo spesso si sentono sole e indifese. Non abbiamo intenzione di limitarci a questo caso specifico, anzi. Se il Tribunale accoglierà la nostra richiesta, potremo ulteriormente intensificare l’azione di prevenzione e tutela delle vittime di violenza”. Per avere una risposta dal Tribunale, però, il Comune dovrà attendere il 28 marzo, giorno in cui è stata fissata l’udienza dopo il rinvio a giudizio deciso ieri, giovedì 10 gennaio, dal giudice.

Non è il primo caso in Italia. Il primo, ad aprile 2018, era stato il comune di Troina che si era costituito parte civile in un processo per stalking. In generale sono molte le amministrazioni, da Valmontone a Novi di Modena, che in passato hanno detto di voler modificare il proprio statuto per potersi costituire parte civile. E mentre a Livorno il Comune ha deciso di mettersi “dalla parte delle donne”, intanto a Pisa continua la polemica su Andrea Buscemi, assessore alla cultura, a processo dopo che la sua ex compagna lo ha accusato di stalking.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione