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Sanremo 2019, nelle parole di Baglioni non c’è nessun caso. Non si deve scusare

Sanremo 2019, nelle parole di Baglioni non c’è nessun caso. Non si deve scusare
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Nelle parole di Claudio Baglioni non c’è nessun “caso”. Non si deve scusare. Non deve rettificare. E, giusto per essere netti, ha fatto benissimo a parlare di una tragedia, come quella dei migranti, durante la presentazione del Festival di Sanremo. Un evento televisivo che è l’apoteosi del “in Italia va tutto bene, con un bicchiere di vino ed un panino: felicità”. Le sue opinioni sono state espresse in pochi minuti, a seguito di domande. Non si è presentato dicendo “Sono Claudio Baglioni e sulla questione immigrazione penso che…”. È spropositato il caso sollevato, se lo si compara con la televisione spazzatura e volgare alla quale siamo abituati ogni giorno: dalle soliti liti di sgarbiana memoria, fino alle caciare di Massimo Cacciari – solo per citare le ultime.

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Un eccesso che trova spiegazione in una ennesima strumentalizzazione politica che i Salvimaio cominceranno a usare con la solita teoria del complottone ordito dai sinistri e che avrà, per reazione, l’innalzamento a nuovo oracolo del Pd di Baglioni. Il tutto seguendo la naturale legge della causa e dell’effetto che la classe politica italiana, priva di argomenti o idee, ha oramai sancito essere l’unica vera norma di vita. Che poi la direttrice di Rai 1, Teresa De Santis, nota per la sua coerenza politica e culturale (una carriera cominciata al manifesto e finita con un abbraccio alla Lega), possa far presagire – se confermate le ricostruzioni di stampa – un’epurazione di Baglioni dai prossimi festival della musica italiana è cosa grave, nonché ridicola, che segnerebbe un ulteriore metro percorso dal nostro Paese nel precipizio del disastro.

A essere altrettanto grave, se non rasentare il ridicolo, è tacciare Baglioni di aver fatto “un comizio”, come ha scritto in una lettera a Dagospia la stessa De Santis. Mentre – a sua detta – dovrebbe essere solo una manifestazione di “canzonette, una settimana di grande cerimonia di svago e spettacolo nazionale”. Insomma, è chiedere ai cantanti di fare solo i cantanti e all’arte di fare solo l’arte. Che fuori imperversi la tempesta e che il Paese vada a rotoli non importa, perché lo spettacolo deve continuare. Anche se siamo pronti a mettere alla gogna un cantante, oggi Baglioni – minacciato anche sui social – per aver espresso un comune sentire. Ma tanto sarà qualche Cetto La Qualunque a salvarci, questa volta aiutato da una De Santis.

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